Dagli ex sindaci a Roversi Monaco, gli auguri per i 130 anni de 'Il Resto Del Carlino'
(AdnKronos) - Dal 21 marzo 1885 al 21 marzo 2015, ancora in edicola. Sono i 130 anni de 'Il Resto del Carlino', il quotidiano simbolo di Bologna fondato più di un secolo fa da un trio di amici Cesare Chiusoli, Giulio Padovani e Alberto Carboni sulla falsariga del fiorentino 'Il Resto al sigaro'. Un giornale ''piccolo'', per raccontare i fatti ''senza fronzoli rettorici'', come si legge nell'editoriale del primo numero, in grado di rispondere al classico 'che c'è di nuovo?' che ognuno chiede ''ogni mattina al primo amico o conoscente che incontra''.
Da allora, attraverso cambi di proprietà (dal colosso Eridania Zuccheri fino all'attuale Monti-Riffeser), direttori (negli anni '50 a prendere le redini Giovanni Spadolini, futuro primo premier non democristiano della nostra storia repubblicana), firme illustri (Giosuè Carducci, Goffredo Parise, Giuseppe Prezzolini, tra i tanti), il Resto del Carlino ancora oggi conserva il primato di primo quotidiano in Emilia e nelle Marche ed è tra i primi dieci più venduti in Italia.
VARNI: AUGURI AL 'RESTO DEL CARLINO', SAPPIA COGLIERE TRASFORMAZIONI - "Il mio augurio è che riesca ad adeguarsi ai mutamenti che sono in atto, cogliendo le trasformazioni perché non basta utilizzare gli strumenti tecnologici, bisogna anche adeguare ad essi i contenuti dell'informazione senza perdere la capacità di interpretare il reale, altrimenti si rischia al superficialità, cosa che è il grande pericolo di oggi". E' questo l'augurio del presidente dell'Istituto dei Beni Culturali dell'Emilia Romagna, docente ordinario di Storia Contemporanea dell'Alma Mater e direttore della Scuola di Giornalismo di Bologna, Angelo Varni.
Tra i titoli più memorabili, spiega Varni all'Adnkronos, "mi vengono in mente la vittoria dello scudetto nel 1964 e la drammatica Strage del 2 Agosto alla stazione". Quanto al forte legame del quotidiano, considerato un simbolo del capoluogo emiliano, Varni sottolinea la tenuta nel tempo di un giornale che "per 130 ha parlato della città e non solo", ma ora la sfida per il futuro, conclude il professore "è allevare giornalisti che si utilizzino gli strumenti virtuali, come è inevitabile, ma che siano in grado di collegarli a contenuti meditati".
L'EX SINDACO VITALI: L'AUGURIO E' CHE CRESCA ANCORA - "Il mio augurio è che possa crescere ancora e diventare ancora più importante, così come lo auspico per altre testate, poiché nella società dell'informazione, gli organismi del settore istituzioni fondamentali come lo sono le imprese, le università e le amministrazioni", dice all'Adnkronos l'ex sindaco di Bologna Walter Vitali, ricordando alcuni aneddoti del suo rapporto con il quotidiano simbolo del capoluogo emiliano. "La prima intervista che rilasciai appena eletto sindaco fu il primo marzo 1993 proprio al Carlino - ricorda l'ex primo cittadino che rimase in carica fino al 1999 - ricordo che quella mattina ricevetti nel mio ufficio Giovanni Castagnoli, poi negli anni ho conosciuto tutti i direttori e caporedattori". "Ovviamente non sempre mi sono rispecchiato nelle scelte del giornale - prosegue l'ex senatore Pd - ma ho sempre riconosciuto che è il giornale della città, ed è giusto che un sindaco abbia un rapporto con il giornale che ha sede nella città da lui amministrata".
Non solo. Vitali ricorda anche "quando nel gennaio 1997 incontrammo Andrea Riffeser Monti nel suo ufficio all'ultimo piano, insieme all'architetto Bofil, per parlargli del progetto della nuova stazione ferroviaria" o quando, ancora prima, "si finiva di sera il consiglio comunale e si aspettava di poter andare a comprare in edicola le prime copie del Carlino per leggere come era stata riportata la discussione in aula". Un titolo memorabile? "Quello in cui lessi 'Vitali scarica Zani', che all'epoca presidente della Provincia" racconta Vitali."Io avevo fatto delle dichiarazioni al Pm nell'ambito del caso Agripolis ma il giornalista le aveva completamente travisate - prosegue - mi ricordo che mi la cosa mi fece molto arrabbiare, poi la vicenda giudiziaria di quel caso che all'epoca fece molta cronaca si concluse positivamente per tutti".
GUAZZALOCA: PER 130 ANNI 'IL RESTO DEL CARLINO' IN SINTONIA CON BOLOGNA - "Con 'Il Resto del Carlino' ho un rapporto che risale a quando ero bambino, in casa mia si leggeva solo quello, mio padre diceva 'vado a comprare il giornale', chiamandolo semplicemente così, dava per scontato che il giornale fosse il Carlino". Così l'ex sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca. "Un rapporto che poi è continuato negli anni" prosegue Guazzaloca, spiegando che "al 'Carlino' mi sento un po' come a casa, anche se non sempre condivido quello che scrivono". Se in città questo quotidiano resta un simbolo, secondo Guazzaloca è una questione "sia di durata, perché 130 anni non sono certo pochi, sia perché hanno sempre saputo essere in sintonia con il comune pensare della città, con onestà e senza nascondere nulla: insomma un riconoscimento meritato e che offre elementi da celebrare".
Alla domanda su quali siano, a suo avviso, i titoli da ricordare più degli altri nel corso di tanti anni, Guazzaloca, risponde con un sorriso, dicendo "quello del giorno della mia elezione a sindaco". E il secondo? "Non vorrei dire qualcosa di pagano ma la vittoria dello scudetto nel 1964, visto anche che il Bologna calcio ne ha vinti molto pochi". Insomma, aggiunge l'ex sindaco, "dire che sia il giornale della città non è né retorico né sbagliato". Infine un augurio per i prossimi 130: "che il Carlino possa rimanere una grande vecchia attrice. Penso a Emma Grammatica alla quale chiesero cosa fosse per lei il successo - conclude Guazzaloca - e lei rispose che 'il successo è durare', quindi si può dire che il Carlino abbia successo".
ROVERSI MONACO: DIA VOCE AI PIU' UMILI - "Il mio augurio è che cerchi di essere il più indipendente possibile e che dia voce ai più umili, all'interno di una collettività che è sempre più ampia e variegata". Questo il messaggio che l'ex rettore dell'Alma Mater e attuale presidente di 'Genus Bononiae' Fabio Roversi Monaco affida all'Adnkronos, in vista delle celebrazioni. Al giornale simbolo di Bologna, Roversi Monaco riconosce il fatto di avere "un rapporto strettissimo e indiscutibile con la città e la provincia". Ma non solo. Il presidente di 'Genus Bononiae' sottolinea anche la capacità che il quotidiano ha avuto nella storia di cogliere i fatti del tempo, con scoop epocali. "Il Carlino fu il primo in assoluto a pubblicare il Manifesto del Futurismo - ricorda l'ex rettore - prima ancora che venisse pubblicato a Parigi". "Era il 1909 - conclude Roversi Monaco - e il giornale all'epoca si chiamava ancora il Giornale dell'Emilia".