Camera alla ricerca di uffici per i deputati, si tratta per affittare palazzo Marini
Montecitorio cerca uffici per deputati ma meno spazi rispetto a precedenti contratti
Roma, 2 dic. (AdnKronos) - La Camera alla ricerca di spazi da destinare a servizi e a uffici per i deputati. Per domani alle 13 è stata convocata una nuova riunione dell'Ufficio di presidenza, per verificare la possibilità di trovare un accordo ex novo con la società Milano '90 di Sergio Scarpellini per la locazione di palazzo Marini 3, dopo la disdetta dei precedenti contratti. Una decisione questa che ha avuto conseguenze negative anche sul piano occupazionale, visto che da metà gennaio potrebbero rimanere senza lavoro i dipendenti della società proprietaria degli immobili.
L'imprenditore, che in un primo tempo aveva dettato condizioni giudicate non accettabili dalla Camera, avrebbe comunque lasciato aperta la porta al dialogo nei contatti avuti nei giorni scorsi con il Collegio dei Questori, che domani aggiornerà l'Ufficio di presidenza per capire se c'è possibilità di ulteriori approfondimenti e di arrivare ad un esito positivo della trattativa.
I rappresentanti dell'Assemblea di Montecitorio non intendono comunque recedere su punti che ritengono irrinunciabili e sui quali si erano espressi all'unanimità nella riunione del 21 novembre scorso. Innanzi tutto verrà chiesto di stipulare un contratto di locazione solo per uno stabile, Marini 3, rispetto ai quattro utilizzati in passato, con un forte abbattimento del precedente canone di 37 milioni e quindi un notevole risparmio. Soluzione che comunque consentirà di disporre di spazi sufficienti, sia per i servizi, a cominciare dalla mensa, sia per gli uffici dei deputati, con la possibilità soprattutto di salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali.
Dopo la disdetta dei precedenti contratti infatti in 426 rischiano di perdere il posto, la terza vertenza in Italia dopo le acciaierie di Terni e Meridiana, sulla quale non risultano aperti tavoli nè a livello nazionale nè a livello regionale. I dipendenti, che questa mattina hanno protestato davanti Montecitorio, sono da settembre senza stipendio, anche perchè il magistrato non ha autorizzato il pagamento dei salari da parte della Camera, rivalendosi poi sui crediti vantati da Scarpellini, dopo il blocco dei conti dell'imprenditore coinvolto in un'inchiesta per un presunto mancato pagamento dell'Iva.
La Camera chiede poi di versare un canone inferiore del 25 per cento rispetto al precedente, il 15 previsto dalla legge più un ulteriore 10. Ma soprattutto è sulle modalità della durata dell'accordo che Montecitorio fissa paletti che non è disponibile a rimuovere neanche di un millimetro, per proseguire nella politica di tagli alle spese seguita negli ultimi anni: contratto di 6 anni rinnovabile per altri 6, ma con possibilità di recesso in ogni momento, qualora in futuro dovesse emergere una disponibilità di beni demaniali da poter utilizzare al posto di quelli presi in affitto. Nell'eventuale accordo dovrebbe poi essere riconosciuta alla Camera un'opzione di acquisto e prelazione, che se esercitata dovrebbe comunque essere preceduta da una valutazione dell'immobile da parte dell'Agenzia del demanio.
Domani quindi una nuova ricognizione dell'Ufficio di Presidenza per capire se in base alle risposte date ai Questori da Scarpellini esiste la possibilità di confermare loro il mandato a proseguire ed eventualmente chiudere la trattativa. Naturalmente anche il titolare di 'Milano 90' intende far valere le sue ragioni, come ad esempio affittare il palazzo cosiddetto Marini 4 insieme a Milano 3, ma non sarebbero mancati segnali della volontà di arrivare ad un'intesa.