Ragusa, 5 dic. (AdnKronos) - Misteri e incongruenze sul delitto del piccolo Loris a sei giorni dalla sua morte mentre le indagini a Ragusa proseguono senza sosta. Ora i riflettori sono puntati sul giallo delle fascette consegnate a scuola dalla madre di Loris. Ma la preside della scuola elementare di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo frena le indiscrezioni stampa: "Nessuno a scuola ha mai richiesto fascette. In base a quanto raccontatomi dalle maestre, quando insieme sono andate a fare le condoglianze alla madre di Loris, lei avrebbe consegnato queste fascette perché avrebbero fatto parte di un lavoro non concluso a scuola. Ma in aula nessuno ne ha portate, se non di nascosto, e nessuno ne ha fatto richiesta". Dall'esame autoptico sul corpo del bambino, sembrerebbe che il piccolo Loris sia stato ucciso proprio con delle fascette 'elettriche', su cui si sono concentrate le attenzioni degli investigatori. "Questo tipo di materiale -aggiunge la preside- non viene richiesto, sono oggetti pericolosi e gli insegnanti non chiedono mai attrezzi di questo tipo". Intanto, parla Orazio Fidone, il cacciatore, ora indagato, che sabato scorso ha trovato il cadavere di Loris. "Se tutto questo può servire a raggiungere la verità, accetto serenamente il peso di quello che mi sta accadendo. A voi giornalisti - si rivolge ai cronisti - vi offro con piacere un caffè ma l'unica cosa che vi chiedo è di dare un'immagine positiva del paese. Santa Croce è abitata da persone perbene che non hanno mai vissuto tragedie così gravi. Hanno il diritto di essere lasciati in pace. E poi, lasciate in pace i bambini delle scuole che sono molto scossi". "Ho due nipoti - dice ancora- e per due giorni dopo che è accaduto il fatto non hanno voluto nemmeno incontrarmi. Due cose mi hanno supportato in questi giorni, il primo è l'abbraccio di Santa Croce Camerina, il secondo è qualcosa che non posso dire".