Roma, 13 dic. (Adnkronos) (Ses/Adnkronos - Ancora una volta John Kerry sceglie Roma per incontri importanti per l'amministrazione americana nello scenario europeo e mediorientale. Il segretario di Stato americano infatti arriverà domani nella capitale per un incontro nel tardo pomeriggio con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L'incontro con il capo della diplomazia russa è stato annunciato solo la scorsa notte dal dipartimento di Stato, che invece aveva confermato già nei giorni scorsi il colloquio che Kerry avrà lunedì alle 15 con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Sul tavolo del colloquio tra Kerry e Lavrov, il 17esimo quest'anno, vi sarà il Medio Oriente come principale argomento, ha voluto sottolineare oggi il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. Ma ovviamente il piatto forte sarà l'Ucraina, soprattutto considerando che l'incontro è stato confermato dopo che il Congresso americano, sfidando l'opposizione della Casa Bianca, ha approvato nuove sanzioni contro la Russia. La legge passata giovedì sia alla Camera che al Senato autorizza Obama - ma non ha valore vincolante - anche a fornire aiuti militari fino a 350 milioni di dollari, comprese armi anti-carro, munizioni e droni per la ricognizione. Lavrov solleverà durante i colloqui domani a Roma la questione dell'approvazione della legge come "una nuova dimostrazione di uno spirito anti-russo e un tentativo di imporci delle decisioni per noi categoricamente inaccettabili", ha detto Ryabkov. Kerry e Lavrov hanno già avuto ieri un colloquio telefonico, secondo quanto reso noto dalla portavoce del dipartimento di Stato, per discutere "i recenti sviluppi" in Israele e nella regione, insieme alle iniziative in corso in seno al Consiglio di Sicurezza dove Stati Uniti e Russia hanno potere di veto. Come ha spiegato lo stesso segretario di Stato americano, parlando con i giornalisti che l'hanno seguito nella missione in Colombia, gli Stati Uniti infatti sono impegnati a trovare un modo per scongiurare lo scontro al Palazzo di Vetro sul riconoscimento dello stato palestinese. E questi tentativi saranno al centro dei colloqui che avrà a Roma. "Stiamo cercando di trovare un modo per disinnescare le tensioni e ridurre il potenziale per un conflitto maggiore, stiamo esplorando diverse possibilità verso questo obiettivo", ha detto Kerry non nascondendo comunque che si tratta di un tentativo complesso e delicato. "Ci sono persone diverse che spingono verso diverse direzioni, la domanda è se possiamo spingere tutti nella stessa direzione. Ed è questo che stiamo valutando", ha concluso. All'inizio del mese la Giordania ha fatto circolare una bozza di risoluzione palestinese tra i 15 membri del Consiglio di Sicurezza in cui si chiede la fine dell'occupazione israeliana dei territori entro il novembre del 2016. La speranza dei palestinesi è che si possa mettere al voto la risoluzione prima della fine dell'anno, massimo a gennaio. Diplomatici occidentali hanno detto che la proposta è "squilibrata", ma Francia, Gran Bretagna - i cui parlamenti, come altri parlamenti europei, hanno votato il riconoscimento dello stato palestinese - e Germania stanno preparando una bozza alternativa in cui si propone di chiudere i negoziati di pace entro due anni. Della proposta europea Kerry ha discusso con il ministro Laurent Fabius giovedì scorso a margine della conferenza sul Clima di Lima. A complicare lo scenario vi sono ora le elezioni israeliane fissate per il prossimo marzo.