Poletti: "Dialogo, non trattativa" sul Jobs act. Critiche Cgil e Uil
Roma, 19 dic.(AdnKronos) - "Lavoriamo alla delega così come l'abbiamo approvata". E' il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, a quanto si apprende, ad aprire cosi' l'incontro a Palazzo Chigi con i sindacati e imprese sui decreti attuativi del Jobs act. Al tavolo con il governo i leader di Cgil, Uil e Ugl Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Paolo Capone. Per la Cisl, assente Annamaria Furlan, c'è il segretario confederale Gigi Petteni. Per Confindustria presenti il vicepresidente Stefano Dolcetta e il direttore Generale, Marcella Panucci.
"I tempi previsti dalla delega sono brevi, sei mesi al massimo entro i quali i decreti dovranno essere approvati. Obiettivo è illustrare le posizione del governo, discutere con le parti sociali, raccogliere le istanze e le sollecitazioni ma sapendo che non ci sarà nessuna trattativa", chiarisce subito il ministro nel corso dell'incontro, nel quale non si sarebbe fatto cenno al licenziamento per scarso rendimento.
Il governo perciò, avrebbe ancora sottolineato Poletti, ha cosi' mantenuto l'impegno di confrontarsi e discutere sui decreti di attuazione del Jobs Act "pur nella consapevolezza di una diversità di valutazioni sopratutto con i sindacati che hanno scioperato". Dialogo, dunque, ma non trattativa al termine del quale "il governo prenderà le sue decisioni nel rispetto della delega".
Il Governo, in particolare, è ancora al lavoro su due dei nodi più caldi della delega del Jobs act: contratto a tutele crescenti e Asp. "I punti maturi su cui sta lavorando il governo sono il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e la riforma dell'Asp", dice Poletti. Si tratta dei "punti più urgenti", aggiunge, spiegando nel suo intervento che è intenzione del governo avviare una predisposizione generale dei decreti e poi procedere per gradi, non dunque con un'unica presentazione. Restando alle tutele crescenti e Asp ancora oggetto di discussione "non c'è ancora un testo", spiega ancora il ministro, sottolineando che l'approccio di base è il "tema dell'equilibrio generale: e cioè non come ogni singolo nodo si risolve, ma come ogni singola questione si risolva rispetto a tutte le altre". Soprattutto, fa notare Poletti, "non c'è ancora una scelta sull'entità dell'indennizzo dei licenziamenti illegittimi". E, puntualizza, "ci sarà un indennizzo crescente in ragione dell'anzianità di servizio". Non solo. "Per chi si accorderà con il datore di lavoro sul proprio licenziamento individuale sarà prevista una 'conciliazione espressa' con una nuova indennità ed una tassazione più favorevole", spiega il ministro. Quanto al nodo, spinoso, dei licenziamenti disciplinari, Poletti conferma l'orientamento del governo: "si sta discutendo a partire dal fatto materiale contestato al lavoratore". L'incontro si chiude con una rassicurazione del ministro: "Il governo approfondirà le questioni poste oggi dai sindacati".
Ma Cgil, Cisl, Uil e Ugl si dividono sulla valutazione dell'incontro. Una un'iperbole il leader della Cgil Susanna Camusso. Si parla, dice, di un contratto a "a monetizzazione crescente" e spiega: "Il cuore della proposta dice che si passa da una tutela reale dei lavoratori alla monetizzazione della tutela". Non usa giri di parole il leader della Uil, Carmelo Barbagallo: "Aspettiamo di leggere i testi, ma se le cose fossero così come le avete lette vi promettiamo lotte crescenti". Giudica invece "importante" l'incontro di oggi la Cis
l. ''Risponde all'impegno assunto il 7 ottobre dal governo con le parti sociali. Sarebbe però meglio avere in mano una bozza su cui discutere per poter esprimere un giudizio più compiuto''. Chiede di potersi confrontare con un testo anche l'Ugl. "I dettagli fanno la differenza per condividere una riforma, un testo oggi sarebbe stato utile non per esercitare un ruolo di veto ma per la costruzione di soluzioni che vengano anche dal mondo del lavoro", osserva il segretario Paolo Capone.
Positivo, intanto, il giudizio delle imprese. "Lo schema illustrato stamattina ha aspetti positivi. Mi sembra un passo avanti per una maggiore certezza delle imprese, ma naturalmente bisogna aspettare di vedere i testi soprattutto per quanto riguarda la questione dei costi delle sanzioni", spiega il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci.