esponente al Qaeda deceduto in ospedale, accusato attentati ad ambasciate Usa in Kenya e Tanzania Washington, 3 gen. (AdnKronos) - La famiglia di Abu Anas al Libi, il sospetto esponente di al Qaeda morto in un ospedale americano, ha accusato il governo americano di essere "pienamente responsabile" di quanto accaduto al congiunto. Raggiunto dalla Cnn, il figlio, Abdel Mouin, ha affermato che il padre, che già soffriva di epatite C, aveva sviluppato un tumore al fegato dopo la cattura da parte americana a Tripoli. Presunto membro operativo di al Qaeda, al Libi, 50 anni, era sospettato di coinvolgimento negli attentati del 1998 contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania che causarono 224 morti e migliaia di feriti. L'uomo, originario della Libia, era stato catturato davanti alla sua casa di Tripoli dagli uomini della Delta force il 5 ottobre del 2013: su di lui pendeva una taglia di cinque milioni di dollari. Portato su una nave militare americana dove era stato a lungo interrogato, al Libi era stato poi condotto a New York. In tribunale si era dichiarato innocente degli attentati del 1998: il processo contro di lui ed un complice saudita avrebbe dovuto aprirsi il prossimo 12 gennaio. Mercoledì scorso, al Libi era stato trasferito dal carcere in ospedale "per complicazioni improvvise derivanti da problemi medici di lunga data", si legge nella lettera del dipartimento di Giustizia che ha notificato al tribunale la morte del presunto terrorista. L'uomo è morto ieri sera in ospedale, dove si trovavano il suo legale e un imam. L'avvocato ha poi informato la famiglia in Libia, che lamenta di non aver avuto il permesso di visitare il congiunto in ospedale. Secondo la moglie, al Libi, il cui vero nome era Nazih al Ruqaii, non era più un esponente di al Qaeda al momento della cattura e stava cercando di ottenere un lavoro al ministero libico del Petrolio.