Roma, 9 gen. - (AdnKronos) - L'organizzazione di Massimo Carminati aveva legami con la 'ndrangheta. E' quanto sostengono i giudici del Tribunale del Riesame nella motivazione del provvedimento con il quale è stato respinto il 20 dicembre scorso il ricorso che Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, considerati esponenti della 'Ndrangheta del vibonese, avevano presentato chiedendo la revoca dell'ordine di custodia cautelare. I due indagati, arrestati il 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta 'Mafia capitale', restano in carcere, scrivono i giudici, in quanto "soggetti pericolosi per la collettività e da sempre gravitanti nell'ambito di organizzazioni criminali". Entrambi sono considerati dalla Procura di Roma legati al clan dei Mancuso di Limbadi. In 40 pagine il Tribunale ricostruisce l'attività dei due indagati, considerati il tramite tra la 'ndrangheta e l'organizzazione mafiosa capeggiata da Massimo Carminati e legati anche a Salvatore Buzzi, responsabile a Roma di alcune cooperative. Per quanto riguarda Ruggiero, nella motivazione si sottolinea tra l'altro come sin dagli anni '90 abbia avuto rapporti con esponenti di spicco della 'ndrangheta. Per Rotolo invece si parla dei suoi rapporti anche di parentela con il clan dei Piromalli di Gioia Tauro. A giudizio del Tribunale i due indagati trasferitisi nella Capitale hanno continuato a mantenere contatti con la criminalità calabrese, instaurando poi legami con Buzzi e mantenendo sempre i contatti in particolare con la cosca dei Mancuso. Ricostruendo poi i fatti, i giudici sottolineano come da anni Carminati fosse collegato con il clan dei Mancuso costituendo con Buzzi la cooperativa Santo Stefano, una onlus che doveva gestire l'appalto per la pulizia del mercato Esquilino. Proprio la creazione di questa cooperativa "avrebbe rappresentato la conferma dei rapporti tra il clan calabrese e 'Mafia capitale'".