Sorice (Luiss), cresce spettacolarizzazione ad uso e consumo dei media Roma, 22 (AdnKronos) - Falchi, colombe, gufi, giaguari, 'porcellum' e ora perfino il supercanguro. Il bestiario del linguaggio politico "cresce di giorno in giorno" e dalle metafore bersaniane alle immagini evocative del presidente del Consiglio, il giardino zoologico della politica "è sempre più ricco. Gli animali hanno sempre avuto grande fortuna nel linguaggio politico, ma oggi se ne fa un uso diverso rispetto al passato", dice all'Adnkronos Michele Sorice, sociologo della comunicazione della Luiss di Roma ed esperto di linguaggio politico. "Siamo passati dai semplici appellativi della prima repubblica, dalla 'balena bianca' della Dc all'utilizzo consapevole di immagini come il supercanguro: si tratta di pura spettacolarizzazione della politica ad uso e consumo dei media". L'origine di questo fenomeno, spiega l'esperto, "sta nel fatto che i media tendono a semplificare, a spettacolarizzare, mentre la politica ha bisogno sempre maggiore di alimentare la sua esposizione mediatica". Ovviamente l'opinione pubblica più attenta si accorge di questo 'trucco', ma "c'è una fetta di popolazione che si informa solo attraverso la tv, sulla quale queste immagini hanno una forte presa". "Quella di ricorrere a immagini animali per spiegare o rendere familiari dei concetti è sicuramente una abitudine bipartisan, oggi se ne fa un uso sempre maggiore. Si ricorre sempre più a immagini metaforiche, così come a termini inglesi, per spiegare alcuni concetti". Rispetto ad altri Paesi, dove magari si ricorre a simboli di animali per identificare una qualità (si pensi all'asino democratico e all'elefante repubblicano negli Usa), prosegue Sorice, "in Italia siamo portati a utilizzare figure di questo tipo anche per le leggi o per le attività parlamentari, come nel caso del porcellum o, appunto, del supercanguro".