Civati avverte il Pd: "Non c'è disegno per rompere ma non escludo che accada"
Milano, 25 gen. (Adnkronos) - - "Non c'è bisogno di dividere il Pd, ma non posso escludere che questo accada. Non c'è nessun disegno per rompere", assicura Pippo Civati, esponente della minoranza del Pd. Durante il suo intervento al convegno di Sel, in corso a Milano, Civati ribadisce: "non esco dal Pd", ma alla luce anche di quanto avvenuto con le primarie in Liguria "non posso escludere" che "accada" una frattura all'interno del partito guidato da Matteo Renzi.
E se Civati si autodefinisce ironicamente della "corrente dei parassiti", sottolinea: "ci siamo stufati della definizione di minoranza, minoranza di che cosa? Per me è doloroso dire questo, io sono partito con l'Ulivo, ragiono più da militante che da esponente politico". Per il deputato della minoranza dem il centrosinistra "si ruppe due anni fa quando si cercò di eleggere Prodi, quando ci dissero che le larghe intese non ci avrebbero snaturato".
E proprio Romano Prodi è il nome di Civati per la corsa al Colle. "Io un nome al momento lo avrei che è Romano Prodi - sottolinea - Non capisco perché dire Prodi vorrebbe dire andare contro il Pd". Approfondendo l'argomento Civati dice: "vorrei che il candidato non fosse deciso da Berlusconi". Secondo lui "ci sono altre forze politiche in Parlamento, basta guardarsi attorno". E se il nome sarà deciso l'ultimo giorno "partecipiamo al thriller con serenità".
A chi gli chiede se la candidatura di Giuliano Amato sia 'opportuna', Civati replica: "Mi sembra una proposta che guarda molto al passato, non mi sembra che Renzi se lo possa permettere un nome così da Prima Repubblica".
Parlando delle elezioni in Grecia, Civati sostiene che "l'effetto Tsipras mi fa star bene" e che "la sinistra possa governare". Poi la battuta: "stasera se vince Tsipras, Renzi si scriverà con il Ts (Rentsi, ndr)".
Non con tanta ironia invece dice che Renzi "ha usato Berlusconi contro di noi e questo è inaccettabile in un partito politico. Nel serial del Nazareno si sono visti già nove volte, io ero contrario fin dalla prima volta". Ma non perde le speranze, sottolinea, di restare nel Pd.
Fassina: "Resto nel Pd" - "Resto nel Pd". Così, senza esitazioni, Stefano Fassina, deputato del Pd, replica a chi gli chiede sul suo futuro all'interno del Partito Democratico. Sulla sua presenza al convegno 'Human Factor' organizzato da Sel a Milano, Fassina spiega la sua presenza non come un indizio di una 'distanza' dal suo partito quanto a "una prova di confronto e dialogo, perché ci serve mettere a punto un'analisi condivisa, un progetto condiviso. Dobbiamo lasciare stare i contenitori e concentrarsi sui contenuti".