La moglie 'rifiutata' del premier indiano: "Lo aspetto ancora, se mi chiama vado"
Nuova Delhi, 26 gen. (AdnKronos/WashingtonPost) - Lei lo aspetta ancora, come sta facendo da tutta la vita, e se lui la dovesse chiamare lei sarebbe pronta a raggiungerlo. Si tratta di Jashodaben Chimanlal Modi, moglie del premier indiano, Narendra Modi, che, dopo avere tenuto nascosto il suo matrimonio combinato per anni, solo l'anno scorso ha ammesso l'esistenza della donna. La cui assenza è emersa in tutta la sua evidenza nelle ultime ore, in occasione della visita in India del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e della first lady Michelle.
La donna è un'insegnante in pensione che vive in una piccola città del Gujarat - stato di cui Modi, 64 anni, era governatore - e afferma che, pur non sentendo il marito da anni, spera un giorno di poterlo raggiungere nella capitale come sua sposa. "Se mi chiama, vado - ha detto in un'intervista - Ascolto tutti i suoi discorsi in televisione. Mi sento molto bene quando lo sento parlare. Voglio che adempia tutte le promesse fatte alle persone. Questa è la mia preghiera a Dio".
Il premier indiano, il cui padre vendeva tè ad una stazione ferroviaria, proviene dalla casta dei Ghanchi. Lui e sua moglie sono stati promessi in matrimonio da giovani e si sono sposati, in una cerimonia ristretta, quando avevano rispettivamente 18 e 17 anni.
"Era molto giovane. Non conosciamo l'esatta natura della cerimonia", ha affermato Nilanjan Mukhopadhyay, autore del libro "Narendra Modi: The Man, the Times", precisando che ci sarebbe stato "un rito che li ha uniti come marito e moglie, ma non hanno vissuto insieme. La famiglia dice che non hanno mai convissuto". In India, anche se tecnicamente sono illegali, i matrimoni tra minori sono comuni e, secondo l'Unicef, nel Paese vive oltre un terzo delle donne che si sono sposate da bambine, circa 240 milioni.
Modi, racconta ancora Mukhopadhyay, se ne sarebbe andato poco dopo il matrimonio, alla scoperta dell'Himalaya, con poco più di un cambio di vestiti nel suo zaino. Un devoto indù, Modi avrebbe quindi contemplato la vita religiosa, ma alla fine sarebbe invece tornato nel Gujarat per diventare un volontario, o 'pracharak', nel Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), gruppo nazionalista indù.
I giovani pracharaks sono dissuasi dallo sposarsi o dal mantenere stretti legami famigliari e, ha spiegato Mukhopadhyay, Modi "si è unito all'Rss senza dire che fosse sposato", altrimenti "non sarebbe potuto diventare un pracharak".
Il premier non è mai tornato da sua moglie, ma ha mai divorziato, e non ne ha mai parlato pubblicamente. Jashodaben Modi, ha raccontato suo fratello Ashok Modi, con cui vive a Unjha, ha visto suo marito solo una volta quando era chief minister, ad una cerimonia in un tempio locale.
L'anno scorso, durante le elezioni nel Paese, il partito indiano del Congresso ha attaccato l'attuale premier per avere nascosto per anni il suo matrimonio. Se non ha dato informazioni su sua moglie "potrebbe aver nascosto molte altre cose", aveva dichiarato il ministro Kapil Sibal in una conferenza stampa in cui era stato anche annunciato un ricorso presso la Commissione Elettorale.
Modi si era infatti sempre presentato come celibe. Anzi, aveva fatto di questa condizione una bandiera di ascetismo e incorruttibilità, in linea con la tradizione induista. Ma ad aprile ha scritto il nome della moglie sui moduli elettorali nel Gujarat, dopo avere lasciato in bianco questa sezione nelle quattro elezioni precedenti. Ed è proprio sulle sue dichiarazioni passate che il Congresso ha fatto ricorso, accusando Modi di aver detto il falso.