Mattarella scatta in pole, ex Dc padre del 'Mattarellum' che disse no alla legge Mammì
(AdnKronos) - Siciliano, di famiglia di tradizione democristiana e poi fondatore del Ppi e attuale giudice della Corte costituzionale, Sergio Mattarella è il candidato proposto dal Pd su cui si apre la corsa al Colle, al via da oggi alle 15. Dalla Sicilia, dove la mafia uccide nel 1980 il fratello Piersanti, presidente della Regione, arriva in Parlamento, partendo dalla sinistra Dc e approdando, attraverso Ppi e Margherita, nel 2007, al Pd. Più volte ministro, si oppone alla 'legge Mammì' sul riordino delle emittenze televisive, per poi abolire, da ministro della Difesa, la leva obbligatoria, aprendo la strada al nuovo servizio civile. Nel '93 è poi il relatore della legge elettorale maggioritaria, che prenderà il nome di 'Mattarellum'.
Nato a Palermo, nel 1941, Sergio Mattarella, che compirà 74 anni il possimo 23 luglio, è figlio di Bernardo, leader siciliano della Dc, più volte ministro nei governi centristi e poi di centro-sinistra degli anni '50 e '60.
Di area morotea, la famiglia Mattarella, oltre al padre Bernardo vede in politica anche il figlio maggiore Piersanti, presidente della Regione Siciliana alla testa di una coalizione di centro-sinistra, con l'appoggio esterno del Pci. La stagione del rinnovamento della Dc, di cui Piersanti era l'ispiratore viene però tragicamente interrotta dalla mafia, che lo uccide il giorno dell'Epifania del 1980.
Sergio Mattarella, tre anni dopo, entra in Parlamento, eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione della Sicilia Occidentale. De Mita, segretario a Piazza del Gesù, lo propone come nome nuovo nella regione, dove nel frattempo i signori del partito sono Vito Ciancimino e Salvo Lima. Vicino a Orlando, Sergio Mattarella sarà tra i promotori della primavera di Palermo, nei primi anni '80.
Nel 1987 Sergio Mattarella diventa ministro per la prima volta, è titolare dei rapporti con il Parlamento nel governo Goria e poi, l'anno successivo, nell'esecutivo De Mita. Nell''89, durante governo Andreotti VI, approda alla Pubblica Istruzione, incarico che lascia per protesta, il 27 luglio 1990, contro il via libera del governo al disegno di legge Mammì, sul riassetto del sistema radiotelevisivo, visto dalla sinistra Dc come un 'regalo' al gruppo Fininvest, di proprietà di Silvio Berlusconi.
Nel frattempo è eletto vicesegretario della Democrazia Cristiana (1990-1992), dirigendo anche 'Il Popolo', organo del partito. Con la leadership di Rocco Buttiglione entra però in conflitto, non condividendo l'alleanza con il centrodestra di Berlusconi, appena sceso in politica.
Il nome di Mattarella diviene noto al grande pubblico in seguito alla riforma elettorale che viene approvata nell'agosto del 1993, che porta ad un sistema maggioritario. Mattarella ne è il relatore e il politologo Giovanni Sartori chiamerà il nuovo sistema di voto 'Mattarellum'. Gli italiani lo utilizzeranno nelle elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001, fino all'avvento del 'Porcellum'.
Vicino al progetto di Prodi, Sergio Mattarella è tra i primi in campo a favore dell''Ulivo', con l'alleanza tra popolari e Pds. Con D'Alema a Palazzo Chigi è vicepresidente del Consiglio nel 1998, per poi diventare ministro dell Difesa con il secondo governo D'Alema e con Amato II. Da titolare di Palazzo Baracchini, Mattarella firma la legge che sospende la leva obbligatoria (legge Mattarella, 2001), a cui seguì la legge 64 che diede vita al 'Servizio civile' nazionale su base volontaria.
Nel 2001 Mattarella è eletto alla Camera nelle liste de 'La Margherita', mentre nel 2006 si candida nella lista dell'Ulivo, per poi approdare al Partito democratico, che lo vede tra gli estensori del manifesto fondativo con Veltroni, nel 2007. Infine nel 2011 arriva alla Corte Costituzionale, eletto dal Parlamento, con 572 voti.