clima sta cambiando geografia risorse ittiche, si sperimentano pescherecci hi-tech a tutela ecosistemi e investimenti Roma, 30 gen. (AdnKronos) - Nasce in vista di Expo 2015 il primo network fra scienziati del Cnr, esperti del Mipaaf, Università e Federpesca. L'obiettivo è mettendo in campo piani di pesca sostenibili e nuove tecnologie. Il gruppo di lavoro si è riunito oggi a Roma, al Centro studi americani, per mettere nero su bianco "un progetto comune che verrà presentato a giugno all'Esposizione Universale di Milano" spiega il direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente Dta-Cnr, Enrico Brugnoli, che all'Adnkronos anticipa i punti chiave dell'ambizioso programma. Studio dei cambiamenti climatici sulla geografia delle risorse ittiche, sperimentazione di un nuovo peschereccio hi-tech studiato da esperti del Cnr in cooperazione con la cantieristica italiana a cominciare da Fincantieri, individuazione e tutela delle aree marine di riproduzione delle specie ittiche, nuove reti e nuovi strumenti di pesca rispettosi dei fondali, del novellame e dei cetacei. Il tutto scandito da una banca dati della pesca già pronta e aperta, realizzata da Cnr, ministero delle Politiche Agricole e Università italiane. Al progetto prendono parte anche ricercatori americani. "E' importante che l'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia abbia chiesto di aderire ai progetti del Cnr in vista di Expo" evidenzia Brugnoli a margine di un incontro promosso dal Dta-Cnr con l'Ambasciata Usa, aperto dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais. "La chiave di volta è comprendere che pescare di più non porta più guadagno. Attraverso piani di pesca anche severi, in Nord Europa si sono più che raddoppiate le entrate" rimarca Luigi Giannini, Vicepresidente di Federpesca. "Il clima sta cambiando la geografia delle risorse ittiche, il riscaldamento globale dal 1990 ad oggi ha fatto dimezzare molte specie nel Mediterraneo, mentre sono raddoppiati gli stock di merluzzo nel Mare del Nord, nell'Atlantico settentrionale e nell'Artico, aree dove il mercato ittico ha grandissimi interessi" riferisce Brugnoli. "Alimentare il mondo in un mondo che sta cambiando è cruciale" sottolinea lo scienziato, per questo, dice, "stiamo sperimentando pescherecci hi-tech a basso consumo energetico, dotati di sensori avanzati e collegati a sistemi di posizionamento Gps". Queste tecnologie, spiega il direttore del Dta-Cnr, "ci consentono di sapere dove sono e che entità hanno gli stock di pesce e quindi di individuare e tutelare le nursery, cioè le aree di produzione". "Nella definizione dei piani di gestione l'apporto della scienza è fondamentale anche sul fronte del reddito" evidenzia il Vicepresidente di Federpesca, Luigi Giannini. "Penso -aggiunge- non si possa prescindere dalla connessione fra la ricerca scientifica applicata e le aziende ittiche". Giannini tira dunque il bilancio del programma realizzato nei mari del Nord. "La gestione corretta della pesca ha previsto in quelle aree una riduzione dell'85% delle quote di baccalà in 5 anni dal 2006 al 2011. Una direzione -sottolinea- fortemente avversata dalle industrie locali". Eppure, riferisce, "una volta ricostituita la popolazione ittica, la redditività delle aziende norvegesi è schizzata anche del 500% l'anno dal 2012 al 2014". "Mantenendo delle quote pesca ambientalmente sostenibili, grazie alle indicazioni scientifiche, "la redditività delle imprese ittiche non solo non è a rischio ma -conclude Giannini- può raddoppiare senza danneggiare gli ecosistemi".