Troppi alcolici fatti in casa, la Russia taglia il prezzo della vodka
Mosca, 2 feb. (AdnKronos) - In piena crisi economica, il governo russo abbassa il prezzo minimo della vodka del 15,9 per cento, una decisione "di stato per la sua importanza", come sottolinea il quotidiano economico Vedomosti, ricordando che "i tentativi dei vertici di influenzare mercato e consumo di alcol hanno portato più volte a cambiamenti politici" nella storia del paese. Alzare i prezzi dell'alcol ha effetti positivi sulla salute, ma non sulla popolarità dei politici che promuovono limiti al consumo, si sottolinea.
La decisione che porta il prezzo minimo di mezzo litro di vodka da 220 a 185 rubli arriva in attuazione a una precisa richiesta del presidente Vladimir Putin, che alla fine dello scorso anno aveva denunciato gli effetti negativi sulla salute degli alcolici fatti in casa o contraffatti la cui diffusione è andata di pari passo con l'aumento del prezzo nel 2014 a cui si sono aggiunte la crisi e l'inflazione, a gennaio salita del 13 per cento.
Il controllo centrale sull'alcol in Russia risale al 1894 quando un ukaze dello zar monopolizza la produzione concedendo licenze solo per 300 distillerie. Entro il 1914 il consumo pro capite era aumentato da 6 a 7,4 litri, così come il bilancio dello stato, per un terzo frutto dei proventi della vendita di alcol e per questo definito "ubriaco". Prima dell'inizio della prima guerra mondiale, Nicola II limitò la distribuzione di vodka, così come fece Mikhail Gorbaciov nella seconda metà degli anni Ottanta, una decisione che contribuì in modo significativo all'erosione della sua popolarità. Stalin al contrario assicurò ai soldati al fronte durante la Grande guerra patriottica 100 grammi di vodka al giorno (cento millilitri), la cosiddetta "razione del commissario". "Putin non ha intenzione di ripetere l'errore di Gorbaciov", sottolinea Vedomosti.