una lunga lista di provvedimenti da emanare sul 'tavolo' di Mattarella Roma, 2 feb. (AdnKronos) - Contenuti da vagliare, indicazioni da veicolare, correzioni da apportare. Al Quirinale spetta l'ultima parola su decreti e leggi e, mai come in questa fase, deve esercitare il suo ruolo di controllo di ultima istanza sull'attività di Governo e Parlamento in un contesto di intensa produzione legislativa. Il neo presidente Sergio Mattarella e il suo staff dovranno confrontarsi, tra gli altri provvedimenti, con importanti misure economiche: dai decreti attuativi del jobs act alla conversione del milleproroghe; dal contestato decreto sulle banche popolari alla riforma della pubblica amministrazione. Prima data in agenda, quella del 20 febbraio, quando il consiglio dei ministri sarà chiamato ad esaminare provvedimenti particolarmente significativi. A partire dal decreto legislativo sulla certezza del diritto in attuazione della delega fiscale. Quello varato il 24 dicembre e poi 'ritirato' per la contestatissima norma sulla rilevanza penale del 3% del reddito evaso, indicata da molti come norma 'salva Berlusconi'. Nella stessa riunione dovrebbero essere approvati altri decreti attuativi del Jobs Act. In particolare, è atteso quello sulla revisione delle tipologie contrattuali presenti in Italia, come anticipato oggi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. In dirittura d'arrivo anche i decreti sugli incentivi all’autoimprenditorialità e sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Il dlgs di riforma della cassa integrazione potrebbe essere invece rinviato. Il 20 febbraio potrebbe anche essere varato il disegno di legge sulla concorrenza, con le liberalizzazioni che andranno a incidere in diversi settori, dalle assicurazioni alle professioni. Altri decreti saranno presto al Quirinale per la controfirma. Tra questi, il rifinanziamento delle missioni internazionali di pace e il decreto sulla 'buona scuola', con le previste assunzioni di 140mila precari e il varo del primo riassetto del modello formativo. 'Vigilanza', anche se a distanza, anche sui decreti legislativi. Prima di arrivare all’emanazione devono ottenere il parere della commissioni parlamentari e tornare a Palazzo Chigi per l’approvazione finale. Quanto al fronte parlamentare, il primo provvedimento destinato ad approdare al Colle è la conversione in legge del decreto Milleproroghe. Un terreno su cui, tradizionalmente, si consuma una accesa dialettica tra gli uffici del Quirinale e quelli di Palazzo Chigi e Tesoro. Sono frequenti, infatti, i casi di norme incoerenti con lo spirito del decreto. Le principali misure sono la proroga dei precari della Pa, il congelamento della clausola di salvaguardia prevista dall’esecutivo Letta per escludere l’Imu dalla prima casa, lo stop per un altro anno all'aumento dei compensi dei manager. Oltre a una proroga dei termini in materia di opere pubbliche contenuti nel decreto-legge Sblocca Italia e dei termini di applicazione di alcune sanzioni e ulteriore semplificazione del Sistri. All'attenzione del Quirinale è atteso anche il decreto sull'Ilva, che scade il 6 marzo ed è attualmente all'esame del Senato. Nel provvedimento, le misure speciali per la società e una svolta negli interventi di bonifica, riqualificazione e rilancio di Taranto e della sua area, con particolare attenzione alle emergenze industriali, storiche e culturali. Nello specifico, il provvedimento estende le procedure previste dall’amministrazione straordinaria per le imprese operanti nei servizi pubblici essenziali anche alle società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale. Sono le premesse per l'amministrazione straordinaria sul modello dell'Alitalia. Poi sarà la volta del discusso decreto che contiene la riforma delle banche popolari e le misure per sostenere gli investimenti . Sul provvedimento all’esame della Camera, che scade il 24 marzo, pesano quattro pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle forze politiche che storicamente sostengono l'autonomia delle popolari, Fi, M5S, Lega e Sel. Stessa scadenza, il 24 marzo, per il decreto sull'Imu agricola dovuta dai terreni montani non più esenti. Tra qualche mese, sarà la volta del complesso di provvedimenti che compongono la delega per la riforma della Pa, firmata dal ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia. Il provvedimento, che è stato messo da parte per l'esame della riforma della legge elettorale, riprende il suo iter al Senato per poi passare all'esame definitivo della Camera.