Il 27enne ex marine Eddie Ray Routh è accusato della morte di Chris Kyle e di un altro uomo, uccisi due anni fa Washington, 5 feb. (AdnKronos) - A due anni dalla sua uccisione e nel pieno dello scontro culturale innescato dal film che ne racconta le gesta, inizia oggi il processo al presunto assassino di Chris Kyle, l'American Sniper' che gli spettatori di mezzo mondo hanno imparato a conoscere attraverso il volto di Bradley Cooper. Siamo ancora alle prime battute. Nel palazzo di giustizia di Stephenville, nel nord del Texas, la corte dovrà selezionare tra circa 800 potenziali giurati i 12 (più quattro 'riserve'), tra uomini e donne, che dovranno stabilire se il 27enne Eddie Ray Routh, un ex marine affetto da problemi mentali, sia responsabile della morte di Kyle e di un altro uomo, uccisi in un poligono di tiro nella contea di Erath. Ai candidati verrà chiesto quanta conoscenza hanno dei fatti accaduti il 2 febbraio 2013, se anche loro sono tra i milioni di americani che hanno visto il film tratto dalla biografia di Kyle e se hanno seguito il dibattito nazionale che ha visto coinvolta addirittura la first lady Michelle Obama . Il processo, in un'ideale continuazione della vicenda narrata nel film campione di incassi diretto da Clint Eastwood, in pratica prende il via dalla dissolvenza che conclude l'ultima scena di 'American Sniper', nella quale compare brevemente un attore che impersona il giovane Routh. L'accusa spiegherà ai giurati che verranno selezionati che Kyle, "il più letale cecchino della storia militare americana", sopravvissuto alle più sanguinose battaglie della guerra in Iraq, è stato ucciso a sangue freddo insieme ad un suo vicino di casa, Chad Littlefield, dall'ex marine Routh. Kyle, dopo aver lasciato i Seals con un 'record' di 150 nemici uccisi ed avere faticato a lungo per reinserirsi nella normalità, si era dedicato all'assistenza ai veterani di guerra. Ai tanti ex militari che come lui non riuscivano a liberarsi dal fardello di traumi, stress e sensi di colpa che ormai abbiamo imparato a definire con la sigla Ptsd (Post-traumatic stress disorder). Kyle aveva messo a punto una personalissima terapia nella quale accompagnava i reduci più problematici al poligono di tiro per scaricare sulle sagome di legno le tensioni che alimentavano i fantasmi presenti nelle loro teste. "Quello di cui hanno bisogno i veterani feriti non è la comprensione, ma di essere trattati come gli uomini che sono", scrisse nella sua biografia. Qualcosa evidentemente andò storto quel pomeriggio di due anni fa, quando, secondo l'accusa, Routh rivolse contro Kyle e Littlefield le armi che dovevano essere usate nella sessione al poligono, uccidendoli. Poi, prese il pickup di Kyle e se ne andò. Successivamente, sostiene l'accusa, Routh disse alla sorella e al cognato che "aveva barattato la sua anima per un furgone nuovo". Come ricorda il Telegraph in una corrispondenza dal Texas, in una confessione video registrata, l'ex marine spiegò alla polizia che lo interrogava che aveva ucciso Kyle perché "sapevo che se non avessi preso la sua anima lui avrebbe preso la mia". Abbastanza, secondo l'avvocato di Routh, J Warren St John, per sostenerne l'incapacità mentale. L'ex marine, spiegherà ai giurati il suo difensore, non si era più ripreso dall'esperienza della guerra in Iraq e da quella ad Haiti, dove dopo il terremoto del 2010 era stato inviato insieme agli altri militari Usa per assistere la popolazione. E dove era stato assegnato alla rimozione dei cadaveri che giacevano tra le macerie causate dal sisma. Nei mesi precedenti l'incidente al poligono, la polizia era stata allertata almeno in un paio di occasioni per gli atteggiamenti aggressivi e violenti assunti da Routh. Un giorno a chiamare la polizia fu sua madre, urlando al telefono che il figlio "minacciava di uccidersi e di uccidere altre persone". Gli agenti lo trovarono scalzo e a torso nudo dalle parti di casa. Fu portato in un ospedale psichiatrico di Dallas, dal quale poco dopo venne dimesso. Fu proprio la madre di Routh a chiedere a Kyle, venerato come un eroe nel suo nativo Texas, di prendersi cura di suo figlio. L'accusa sosterrà che Routh era perfettamente in grado di intendere e di volere e che probabilmente il movente degli omicidi di Kyle e del suo vicino di casa era il furto del furgone di Kyle. Dalle prove che verranno presentate e dal prevalere di un'argomentazione sull'altra, dipenderà se Routh trascorrerà il resto della sua vita in un ospedale psichiatrico o in una prigione del Texas. Come ha spiegato a People l'avvocato St John, che ha già tentato senza successo di ottenere lo spostamento del processo in una sede 'meno ostile', "il film sarà un problema". Anche se il procedimento dovesse concludersi in tempi brevi, un paio di settimane dall'insediamento della giuria secondo i media Usa, sarà sicuramente in corso durante la cerimonia di assegnazione degli Oscar, quando 'American Sniper', candidato a sei statuette, verrà ulteriormente celebrato sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Un altro elemento che potrebbe influenzare il giudizio dei giurati. In aula, ad ascoltare le argomentazioni di accusa e difesa, ci sarà anche la vedova di Kyle, Taya, interpretata nel film di Eastwood da Sienna Miller. In un'intervista al Los Angeles Times ha già detto di non credere alla tesi dell'infermità mentale di Routh: "Perfino tentare di trovare una scusa è disgustoso. Conosco persone affette da Ptsd. E' una cosa vera e difficile, ma non cambia l'essenza del tuo carattere", il suo giudizio.