Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Rispetto per le decisioni di Stefania Giannini, Carlo Calenda e degli altri parlamentari che hanno lasciato Scelta civica per entrare nel Pd. Orgoglio per un'esperienza politica che ha consentito all'Italia e di non essere diventata, ''con rispetto parlando, una Magna Grecia''. Mario Monti, in un'intervista all'Adnkronos, commenta così gli abbandoni verificatisi oggi nel partito che fondò e dal quale da tempo si è tirato fuori, rivendicando comunque i risultati raggiunti, tra i quali anche l'elezione alla presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella. "Rispetto la loro decisione -dice l'ex premier riferendosi alla scelta di Giannini e degli altri- Sono persone che stimo, per la serietà e la competenza. Sono stato molto soddisfatto di avere portato in Parlamento, nel febbraio 2013 con Scelta civica, donne e uomini di valore che non si erano mai impegnati in politica; e anche di avere tenuto vivo, con Scelta civica, l'impegno riformista di alcuni che in Parlamento c'erano già stati ma che vedevano frustrata quella loro vocazione nei partiti ai quali appartenevano, come Pietro Ichino nel Pd di allora". Una sorta di viatico che si accompagna al disinteresse per quello che avverrà in futuro in Scelta civica, a partire dal congresso di domenica prossima, al quale Monti non sarà presente. "Da fine 2013 non sono più iscritto a Scelta civica e non ne seguo le vicende". Tra le elezioni politiche del febbraio 2013 e le europee del 2014, Scelta civica ha dilapidato i milioni di voti ottenuti nella prima esperienza elettorale. Quali sono i motivi che hanno causato questa rapida involuzione e forse la fine del movimento? "Nel febbraio 2013 -risponde Monti- ottenemmo circa il 10%. Più passa il tempo, più quel risultato mi pare positivo. Per la dimensione in sé, tenendo conto che si è agito con entusiasmo dilettantesco partendo dal nulla e che Scelta civica, a causa del riferimento alla mia persona, faceva venire in mente alla gente le misure impopolari che avevamo dovuto prendere per evitare un esito greco. E anche per il raffronto con Renzi alle Europee. Il suo trionfo è consistito, dopo tutto, nell'aver aggiunto anche lui un 10% (con meno voti dei nostri, data l'affluenza molto minore) al risultato precedente del Pd di Bersani. Sul cattivo risultato di Scelta civica alle Europee, non mi sembra elegante che io mi pronunci". Alla luce degli sviluppi che ha avuto l'esperienza di Scelta civica, si è pentito delle decisioni prese tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013? "Come ho detto più volte, non mi pento affatto. Il mio obiettivo -spiega il senatore a vita- era uno soltanto e non riguardava me, ma il Paese. Dopo aver evitato che l'Italia cadesse sotto la troika come la Grecia, volevo evitare che dopo le elezioni del febbraio 2013 il Paese si mettesse da sé in guai ancora maggiori''. ''Sia la coalizione Pdl-Lega-Fdi, sia la coalizione Pd-Sel-Cgil (appoggio esterno) avrebbero allontanato l'Italia dall'ancoraggio europeo, dalla via delle riforme per la crescita, dalla disciplina dei conti pubblici. Con Scelta civica, nessuna delle due è prevalsa. Senza Scelta civica, non ci sarebbero perciò stati la rielezione di Napolitano, il governo Letta, il governo Renzi. Pur con alti e bassi, l'Italia è rimasta sulla via imboccata nel novembre del 2011 e non è diventata, con rispetto parlando, una Magna Grecia". "So che i commentatori politici -prosegue Monti- non considerano serio chi non si proponga obiettivi di potere e forse stravagante chi si impegni temporaneamente in politica per quello che ritiene essere l'interesse del suo Paese. Fanno perciò veramente fatica a capire che il risultato ottenuto, prima con il governo e poi evitando che l'Italia deragliasse, rende la mia coscienza tranquilla e soddisfatta. E il mancato deragliamento del Paese mi sembra più rilevante di ogni altra cosa, compresa l'identità del Capo dello Stato". "Insomma, avere un'Italia rispettata, che concorre alle strategie dell'Europa, che sta creando le condizioni per la crescita, e per di più un galantuomo come Sergio Mattarella al Quirinale, mi sembra un sogno, rispetto a ciò che si poteva temere al momento delle elezioni. E che, senza Scelta civica, si sarebbe di fatto verificato".