Sparatoria davanti Palazzo Chigi, martedì la sentenza d'Appello per Preiti
Chiesto aumento di pena, la difesa "sottoporre l'imputato a una perizia psichiatrica"
Roma, 8 feb. (AdnKronos) - Potrebbe arrivare già martedì prossimo la sentenza d'appello per Luigi Preiti, l'uomo che il 28 aprile del 2013 sparò davanti Palazzo Chigi contro quattro carabinieri. Preiti, accusato di tentativo di omicidio plurimo, porto abusivo di arma e ricettazione, rischia una condanna superiore ai 16 anni del processo di primo grado. In Appello il procuratore generale Federico Mollace ha chiesto per lui 18 anni di reclusione.
La Corte, presieduta da Giovanni Masi, deciderà, infatti, il 10 febbraio prossimo sulle richieste del pg e anche sulla richiesta della difesa di sottoporre l'imputato a una perizia psichiatrica. In primo grado un analogo accertamento lo aveva ritenuto capace di intendere e di volere.
Era la mattina del 28 aprile quando Luigi Preiti aprì il fuoco davanti Palazzo Chigi mentre era in corso il giuramento del governo Letta ferendo due carabinieri. Da quel giorno per Giuseppe Giangrande di 50 anni, originario di Monreale, è iniziato un lungo e difficile percorso di riabilitazione.
Accanto a Giangrande, promosso al grado di maresciallo per meriti di servizio, c'è sempre la figlia Martina che lo ha seguito in tutti i ricoveri, fino al rientro a Prato lo scorso novembre. "Ero a lavoro nonostante fosse domenica - aveva raccontato Martina ripercorrendo il giorno dell'attentato - e mi arrivò la telefonata di mia zia che era preoccupata per quello che aveva sentito in televisione. Papà tante volte mi aveva tranquillizzato davanti a fatti di cronaca ma stavolta non rispondeva e lì ho capito".
Martina, sempre presente alle udienze, era in aula anche alla lettura della sentenza di primo grado. "Io sono stata sempre presente alle udienze e questo è stato motivo di discussione con papà che voleva evitarmi uno stress aggiuntivo. Ma io ho sempre pensato che non si poteva non esserci e che mi sarei pentita di non esserci andata e non sentire con le mie orecchie".
A Martina Giangrande è stata conferita dall'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano l'Onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Secondo il giudice Filippo Steidl, che lo ha condannato in primo grado, giudicandolo con rito abbreviato, a 16 anni di reclusione, Preiti non ha affatto 'sparato alla cieca' nel gruppo di carabinieri, ma ha invece mirato specificamente alle singole persone.
Nella motivazione della sentenza il giudice scrive tra l'altro che i colpi e la loro direzione erano idonei a provocare la morte dei carabinieri dislocati nella piazza. Quindi dalla ricostruzione dei fatti emerge la piena intenzionalità di Preiti di uccidere i carabinieri. "Questi ultimi - scrive - non sono stati certo impulsivamente attinti in un eccesso d'ira, essendo, al contrario, presenze scontate dinanzi ad importanti sedi istituzionali prese di mira e dunque giocoforza contemplati anch'essi sin dall'inizio dell'ideazione come bersagli ineludibili dell'azione offensiva".
Nell'ultima parte della motivazione si legge tra l'altro: "La condizione di rabbia e frustrazione per questioni famigliari ed economiche lamentata da Preiti non può minimamente nobilitare il movente dell'azione ed attenuare la gravità del gesto che è e rimane un gesto marcatamente antisociale portato a segno, nel desiderio di conquistare la ribalta mediatica in danno di carabinieri nell'esercizio dei loro doveri istituzionali".