Parigi, 16 feb. (Adnkronos) - - "Non è tempo dell'intervento" in Libia e "la visione del governo è una sola, tutti la condividono ministri compresi, la proposta è aspettare che il Consiglio delle nazioni unite lavori un pò più convintamente sulla Libia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi in una intervista al Tg5. "Da tre anni la Libia è fuori controllo, lo abbiamo detto in tute le sedi e continueremo a dirlo, è fondamentale che il problema Libia non sia solo italiano ma internazionale -ha spiegato Renzi-. Ma mi sento allo stesso tempo di raccomandare saggezza e prudenza. La vicenda è problematica, la seguiamo con grande preoccupazione, non si passi dall'indifferenza all'isteria irragionevole. La situazione in Libia è difficile ma la comunità internazionale ha tutti gli strumenti per intervenire, se vuole". Il premier ha spiegato ancora: "In Libia non c'e' una invasione da parte dello Stato islamico, alcune milizie che già agivano in Libia hanno iniziato a fare riferimento allo Stato islamico" ma "sono assolutamente certo che la forza delle Nazioni unite è superiore alle milizie radicali". Il presidente del Consiglio italiano, ha avuto questa mattina un lungo colloquio telefonico con il Presidente egiziano Al-Sisi, al quale il premier ha espresso il suo cordoglio e solidarieta' per le vittime uccise dall'Isis. Al centro del colloquio la lotta contro il terrorismo, con particolare riguardo alla situazione libica, e ai passi politici e diplomatici nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu per riportare sicurezza e pace nel Paese. Si muove la Francia - Il presidente francese Francois Hollande ed il presidente egiziano Abdelfattah Al-Sisi hanno sottolineato l'importanza di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell'adozione di nuove misure da parte della comunità internazionale per far fronte al pericolo rappresentato dall'Is. I due capi di stato hanno avuto oggi - si legge sul sito dell'Eliseo - una conversazione telefonica nel corso della quale Hollande ha rinnovato ad Al-Sisi "l'espressione della propria solidarietà" a seguito dell'assassinio di 21 egiziani copti in Libia.