Brunetta e Vendola da Mattarella: "No a colpi di mano sulle riforme"
Roma, 17 feb. (AdnKronos) - Al via gli incontri tra opposizioni e Quirinale sul tema delle riforme, dopo lo strappo delle scorse ore, con Fi, Sel, e Cinque Stelle che, per protesta contro la seduta fiume, hanno deciso di disertare i lavori sull Ddl Boschi.
Forza Italia - Alle 10 il primo a salire al Colle è stato il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta. "Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ascoltato l'appello di FI e lo ha molto apprezzato. Ha auspicato che il dialogo" tra maggioranza e opposizioni sulle riforme "possa riprendere. Conoscendo la persona, userà tutti gli strumenti previsti dalla Costituzione per ripristinare un clima di dialogo", ha detto l'esponente azzurro lasciando il Colle: "Renzi stia molto attento - aggiunge Brunetta - con le sue sparate fatte per dividere, per comprare gli avversari. Non ci dividerà, non ci comprerà". "C'è grande preoccupazione per i tempi drammatici che stiamo vivendo, la guerra al Sud, la crisi finanziaria, l'Ucraina. In questo clima il governo si permette di dividere forzando una riforma costituzionale votata di notte? - incalza il capogruppo azzurro - Questo è il messaggio che abbiamo dato: le Costituzioni devono unire, non possono dividere, soprattutto in un momento come questo". "Forza Italia, Berlusconi, ha confermato la coesione nazionale sulla crisi libica. Ma questo deve trovare un clima positivo. Il Presidente della Repubblica ha ascoltato, gli abbiamo consegnato il nostro appello e ha molto apprezzato. Noi auspichiamo che la riforma costituzionale e la legge elettorale trovino un alveo di ampia condivisione. Non si può pensare di chiedere la coesione di giorno e riformare la Costituzione a colpi di maggioranza di notte per approvare 40 articoli" della Carta.
Sel - ''Non si può governare con i colpi di mano e con accelerazioni che imbavagliano il Parlamento, sottoposto a una permanente forma di umiliazione della funzione legislativa. Il Parlamento rappresenta il popolo e, quindi, non può essere ridotto al rango di un votificio''. Lo ha affermato il presidente di Sel, Nichi Vendola, lasciando il Quirinale dove, insieme ai capigruppo di Camera e Senato, ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.