commissario intima, fuori chi non mi vuole - Chiarelli chiede solidarietà deputati Roma, 24 feb. (AdnKronos) - Fuori dal partito chi non si riconosce nella sua guida. A sbagliare è chi persegue una linea che nei fatti lo porta ad essere alleato di Michele Emiliano. Un'altra giornata campale in Forza Italia, dove l'escalation in Puglia sembra inarrestabile e ormai avviata verso una guerra senza fine, conseguenza dello scontro a livello nazionale tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto. Il commissario Luigi Vitali minaccia la cacciata di Gianfranco Chiarelli, deputato dimessosi dalla carica di coordinatore provinciale di Taranto, accusato di promuovere una 'fronda' nei suoi confronti. L'interessato replica intervenendo nella riunione del Gruppo azzurro della Camera, lamentando di non aver ricevuto solidarietà insieme ai colleghi che hanno lasciato gli incarichi locali dopo la nomina di Vitali. Segue una dichiarazione congiunta dei parlamentari pugliesi contro Vitali, dalla quale si dissocia Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, che implora: fermiamo questa 'guerra di sangue' sui nostri territori. Nelle stesse ore Silvio Berlusconi va avanti per la sua strada e incontra il candidato Francesco Schittulli per preparare alleanze e campagna elettorale. Prima scena del film della giornata una dichiarazione di Vitali diffusa dopo mezzogiorno: “Sono venuto a conoscenza del fatto che l’onorevole Gianfranco Chiarelli, deputato tarantino del mio stesso partito, sta da alcuni giorni lavorando nell’ombra per convincere quanti più amministratori pugliesi possibile, a firmare un documento contro la mia persona e il ruolo di commissario regionale che ricopro per volontà del presidente Silvio Berlusconi. Io non so se sia vero o meno, ma so per certo che se un parlamentare di Forza Italia nominato da Forza Italia, si affanna per far firmare un documento contro il suo commissario regionale, allora questo deputato non può che considerarsi fuori da Forza Italia. E con lui tutti coloro che, per convinzione o soggezione, pongono la propria firma in calce”. Pochi minuti e a Montecitorio si riunisce il Gruppo azzurro: all'ordine del giorno la linea da seguire sui provvedimenti in discussione, dalla responsabilità civile dei magistrati, al decreto Ilva e a quello sulle banche Popolari. Prende per primo la parola Chiarelli e tutti si aspettano che parli del testo riguardante la magistratura, essendo capogruppo del partito in commissione Giustizia. E invece no. Lamenta che il Gruppo non abbia difeso lui e gli altri deputati che giovedì scorso hanno lasciato i vari incarichi di vice coordinatori regionali o di coordinatori provinciali dopo il commissariamento del partito con Vitali. Il capogruppo Renato Brunetta taglia corto e assicura che del tema si parlerà in altra sede, mentre Sisto in quel momento non è presente. Passano alcune ore e nel pomeriggio arriva una dichiarazione di parlamentari azzurri della Puglia. Stigmatizzano Vitali per "' l'eleganza di un elefante' e 'il fare distruttivo di King Kong'", e lo accusano per le "gaffe" e le "minacce di epurazioni". "La sua violenza verbale -proseguono i parlamentari azzurri pugliesi- in sei giorni si è scagliata contro i consiglieri regionali, contro il senatore Tarquinio, contro Chiarelli. Tra qualche giorno corre il rischio di litigare anche con se stesso, dopo aver esaurito tutti gli eletti di Forza Italia. Tutto questo e' pericoloso perché sta creando grande delusione e rabbia tra i nostri elettori, favorendo esclusivamente Michele Emiliano di cui oggi Luigi Vitali e' -di fatto- il miglior alleato. Vale la pena ricordare a Vitali che la frase 'l'Etat c'est moi' e 'il pallone e' mio e gioco io' sono esattamente contrarie ad una azione politica vincente. La sua nomina ha una legittimità politica e statutaria abbastanza fumosa, così come gli atti di epurazione che vorrebbe mettere in atto, assolutamente illegittimi". Parole dalle quali pochi minuti dopo si dissocia Sisto, che pure figura tra i firmatari della dichiarazione, dove, precisa, "il mio nome è stato erroneamente inserito". Dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera arriva un appello accorato: "Non condivido i toni di Luigi Vitali e, come già detto, lo invito, nell’interesse di Forza Italia e degli elettori ad essere garante dell’unità del partito e della tutela del consenso ampissimo esistente in Puglia. Credo che sia giunto il momento di porre fine a questa ‘guerra di sangue’ sui nostri territori, da cui, soprattutto in vista delle elezioni regionali, non possiamo che ricevere gravissimi danni”. Conseguenze che probabilmente prende in considerazione anche Berlusconi, che tornato a Roma si immerge nel dossier Regionali, incontrando proprio il candidato del centrodestra per la presidenza della Puglia, Francesco Schittulli. Occorre cercare di porre rimedio ad un situazione interna che ormai ha superato l'allarme rosso, prima di impostare qualsiasi discorso relativo a programmi e ad alleanze. Ma difficile trovare la quadra se non si scioglie il nodo da cui scaturiscono tutti gli altri: i rapporti tra il leader di Fi e Fitto, che continuano ad essere gelidi, per usare quello che ormai appare un eufemismo.