devono premiare le richieste di mutuo di chi ha contratto a tutele crescenti Roma, 5 mar. (AdnKronos) - “L’arrivo del Jobs act rappresenta, quasi fuori tempo massimo, quella necessaria ‘rivoluzione copernicana’, migliore possibile considerati i tempi, per fa si che vi sia un nuovo shock, questa volta positivo, che dia propulsione e nuovo ‘entusiasmo occupazionale’”. E' la valutazione del giurista ed esperto economico Nunzio Bevilacqua. “Il nuovo contratto, che attrarrà anche investimenti esteri se accompagnato da auspicabili ulteriori semplificazioni ‘nella vita imprenditoriale’, avrà inizialmente i suoi effetti più robusti sulla medio e grande impresa rispetto alla piccola dove è il crollo dei consumi interni a rappresentare il vero ostacolo alla ripresa”, prosegue l’esperto. Sul breve termine, comunque, "degli effetti positivi, benché indiretti, si potranno comunque avere anche sulle Pmi attraverso la rinascita di tutte quelle ‘valli d’indotto’ industriale che potrebbero risorgere attorno ai grandi complessi”. Insomma, “una riforma oggi necessaria che cerca di scalare una marcia per provare a dare spinta ad un motore Italia senza più brio”. In questo scenario, un ruolo chiave spetta anche alle banche: "alle banche spetta il compito di adeguarsi al cambiamento e nelle richieste di mutuo non fare valutazioni riduttive del nuovo contratto a tutele crescenti, rischiando di non fare avere leva economica alla riforma”.