Nel museo “Cinema a pennello” di Montecòsaro (Mc) la storia della grafica pubblicitaria cinematografica. Esposti anche abiti di scena e più di mille oggetti. Nel palazzo di fronte il Museo dello Sport Illustrato Roma (Adnkronos/Travelnews24) - Prima la fotografia, poi il computer, hanno sostituito il pennello che per gran parte del Novecento ha rappresentato lo strumento base per disegnare i bozzetti delle locandine dei film. Bozzetti dai quali venivano poi stampati i manifesti di pellicole indimenticabili come "Ombre Rosse", “Fronte del porto", "Ben Hur", "Don Camillo", "L’armata Brancaleone", "I soliti ignoti", "Sedotta e abbandonata", "I vitelloni". Nel museo “Cinema a pennello” a Montecòsaro, in provincia di Macerata (www.cinemaapennello.it), un’esposizione permanente ed unica a livello internazionale è dedicata alla grafica pubblicitaria cinematografica. Articolata in due percorsi, i cosiddetti “primo tempo” e “secondo tempo” ospitati sui due piani di Palazzo Marinozzi, la mostra comprende anche abiti di scena e più di mille oggetti appartenenti alla storia “dietro le quinte” del mondo del cinema. Nel primo tempo sono esposte le opere disegnate nel periodo che va dalla fine degli anni Cinquanta a quella degli anni Settanta, nel secondo tempo quelle che coprono l’epoca dai primi anni Trenta alla metà dei Cinquanta. Nel palazzo di fronte il Museo dello Sport Illustrato: stesso principio ma oggetti diversi come la maglia indossata da Pelè in “Fuga per la vittoria” e sedie e tavolini da bar rigorosamente in metallo e con sedute di plastica intrecciata. (Adnkronos/Travelnews24.it)