Corruzione, ai domiciliari il sindaco di Marino e altre tre persone
provvedimento eseguito anche per un dipendente comunale e tre imprenditori
Roma, 9 apr. (AdnKronos) - Il sindaco di Marino Fabio Silvagni, un dipendente comunale e tre imprenditori, tra cui un agente della polstrada di Albano Laziale in aspettativa per malattia da circa un anno, sono finiti agli arresti domiciliari perché ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di corruzione e peculato. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Gruppo di Frascati in alcuni comuni dei Castelli Romani in base a un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Velletri. Le indagini, dirette dal procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete, sono iniziate a giugno dello scorso anno.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il sindaco di Marino avrebbe favorito, con la complicità di un dipendente comunale, B.S. di 56 anni, le iniziative imprenditoriali di una società che opera a livello nazionale nel settore dei servizi per lo spettacolo e della ristorazione, con sede legale a Roma, concedendo in maniera illecita l’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso (da artigianale a commerciale) di un immobile nel comune di Marino, per la realizzazione di un punto vendita di una nota catena commerciale di ristorazione.
A fronte dei permessi necessari per avviare l’attività commerciale gli imprenditori, D.B. di 43 anni e G.T. di 40 anni, quest’ultimo appartenente alla Sottosezione della Polizia Stradale di Albano Laziale e in aspettativa per malattia da circa un anno, hanno assunto nell'esercizio commerciale una ventina di persone segnalate dal sindaco, garantendogli così un indubbio ritorno in termini di peso politico ed elettorale. Le utilità non si sarebbero limitate ai posti di lavoro, ma avrebbero avuto come oggetto anche somme di denaro sotto forma di sponsorizzazione di eventi organizzati dal Comune. Contestualmente agli arresti è anche stato sequestrato un immobile del valore di tre milioni di euro, sede dell'attività commerciale con annesso parco giochi che si trova a Marino sulla via Nettunense. Dagli accertamenti condotti dall’autorità giudiziaria con l’ausilio dei periti, il locale non è risultato conforme al piano regolatore generale del Comune di Marino.
Il primo cittadino è anche ritenuto responsabile di un ulteriore episodio di corruzione in relazione a un mandato di pagamento emesso dal Comune di Marino per lavori appaltati dall’amministrazione ed effettuati da un’impresa edile locale. E’ stato possibile ricostruire il personale interessamento del sindaco per l’emissione da parte dei suoi uffici di un mandato di pagamento di una somma di 100.000 euro in favore dell’imprenditore marinese G.F., di 73 anni, per lavori che gli sono stati affidati dal Comune. In questo caso il sindaco avrebbe personalmente beneficiato di una somma di denaro pari al 3% di quella liquidata all’imprenditore, suddivisa con il dipendente comunale B.S., suo complice. Su tale fronte sono in corso accertamenti su lavori pubblici già eseguiti, finalizzati a verificare la regolarità delle relative procedure di appalto ed eventualmente se queste venissero in qualche modo “pilotate” in favore di imprenditori amici.
Sempre al sindaco viene contestata dalla Procura l’induzione indebita a corrispondere utilità a pubblico ufficiale sollecitando i vari imprenditori locali interessati a ottenere permessi di costruire, a versare all’amministrazione comunale la somma di euro 1.200 da utilizzare per finanziare le iniziative del Comune, in particolare feste e sagre, prospettando loro il diniego dei permessi in caso di mancata adesione alla richiesta. Anche in questo caso lo scopo del sindaco, come emergente dalle indagini, sarebbe quello di accrescere il proprio consenso elettorale. Al sindaco viene infine contestato il reato di peculato poiché accusato di essersi, in più occasioni, appropriato per usi personali e con la complicità di alcuni dipendenti di una società del Comune di Marino, di carburante per la sua autovettura personale.
A carico di alcune società riconducibili all’imprenditore D.B., con sede a Roma e nei Castelli Romani, sono state disposte perquisizioni effettuate con l’ausilio del primo Gruppo di Roma della Guardia di Finanza, per verificare eventuali irregolarità nella loro gestione contabile e fiscale. Su questo fronte sono attualmente al vaglio degli inquirenti le recenti aperture, operate da una di queste società, di ulteriori punti vendita della stessa catena di ristorazione, in altre aree del territorio nazionale, per verificare se anche in quei casi siano state messe in atto condotte illecite.