Nuoro, 14 apr. (Adnkronos) - Un fucile kalashnikov AK 47 con una quarantina di munizioni, definito da uno degli arrestati “in perfette condizioni” e scambiato per 2500 euro e alcune pistole calibro 9 “come quelle della Polizia” vendute per 1700 euro ciascuna. Questi gli articoli in vendita trattati da una banda di sei pregiudicati, tutti di Orune (Nuoro), che all’alba di stamattina sono finiti in carcere a Bad’e Carros, a Nuoro. I poliziotti della squadra mobile della questura di Nuoro hanno concluso così un’indagine iniziata due anni sui pregiudicati orunesi responsabili, in concorso, di detenzione, porto, commercio di armi e munizioni clandestine. Sono finiti in carcere su ordine del Gip Mauro Cozzella, Carmelo Brau, 34 anni e Dionigi Carai, 35 anni, mentre ai domiciliari nelle loro abitazioni a Orune Graziano Mangia, 44 anni, Nino Berria, 38 anni, Angelo Basile, 25 anni, Francesco Antonio Goddi, 43 anni, tutti pregiudicati di Orune. Le indagini della Sezione Omicidi della Squadra Mobile nuorese, diretta dal dirigente Fabrizio Mustaro, sono iniziate due anni fa e hanno fatto luce su un commercio di armi e munizioni clandestine, che ha coinvolto diversi pregiudicati di Orune. Fucili, pistole e munizioni erano detenuti e portati in giro per le campagne per essere mostrati e farne oggetto di vendita anche con l’aiuto di intermediari. La Polizia ha documentato l’offerta dell’Ak 47 e delle pistole 9 parabellum che i malviventi provavano in campagna esplodendo alcuni colpi in tranquillità. Gli indagati contrattavano più volte i prezzi delle armi e alcuni di loro, in diverse occasioni, litigavano per il costo ritenuto eccessivo o perché reclamavano somme di denaro non ancora percepite da precedenti vendite. Proprio per armi non pagate gli uomini della Mobile, hanno registrato anche conversazioni nelle quali i debitori venivano minacciati di morte. Nel corso della stessa indagine, coordinata dal pm Giorgio Bocciarelli, il 26 febbraio scorso, dopo una serie di perquisizioni in abitazioni e ovili a Nuoro, Orune, Orotelli, Galtellì e Dorgali, la Polizia aveva già arrestato Carmelo Brau, il fratello Sebastiano e il pregiudicato orunese Nicolino Campana, perché trovati in possesso di un fucile Jager AP80 con sessanta cartucce.