Italicum, resa dei conti nel Pd, verso no minoranza e dimissioni capogruppo Speranza
Roma, 15 apr. (AdnKronos) - "Aspettiamo cosa dirà Renzi, se si voterà ci sarà il nostro no: 60, 70 o 80 vedremo. E, da posizione di minoranza, il capogruppo a quel punto si dimetterà". Al termine di una breve riunione alla Camera cui ha preso parte anche il capogruppo Roberto Speranza, è un esponente di Area riformista a sintetizzare la posizione della componente del Pd prima che inizi la riunione del gruppo della Camera con Matteo Renzi sull'Italicum.
"Al di là di tutto c'è un dato politico: una posizione che trova sulla stessa linea l'ex segretario e candidato premier e due candidati alle ultime primarie che hanno raggiunto quasi il 35%. Non si può non tenerne conto", spiegano nella minoranza dem aggiungendo: "Se, invece, Renzi prenderà tempo e non vorrà votare stasera, allora vuol dire che una discussione si può portare avanti".
In queste ore, comunque, Speranza sta portando avanti il suo lavoro di mediazione "ma tenendo una posizione decisa", viene sottolineato in Area riformista. Questa sera al gruppo interverrà anche Pier Luigi Bersani per spiegare, da quello che si apprende, che la posta in gioco è l'intero sistema democratico, non sarebbe ne' presidenzialismo ne' parlamentarismo, e per ribadire determinazione ad andare avanti in questa battaglia: "Non può esistere sempre un piano B", avrebbe spiegato l'ex segretario a chi gli ha parlato.
L'assemblea dei deputati Pd, però, sarà solo un passaggio del percorso che attende la legge elettorale che dovrà sostituire il Porcellum, le cui sorti sono indissolubilmente legate alla riforma costituzionale in Senato. Tra l'altro, resta l'incognita della fiducia che il governo potrebbe essere tentato di porre sul provvedimento, anche se negli ambienti della minoranza questa ipotesi è considerata poco più di un bluff. Né è scontato che in commissione Affari costituzionali di Montecitorio si arrivi effettivamente a votare gli emendamenti.
I tempi sono abbastanza stretti, considerando che oggi la commissione è ancora impegnata con le audizioni, che per domani non sono previsti lavori e che si profila la possibilità di spostare termine per la presentazione degli emendamenti da venerdì prossimo a lunedì 20. A quel punto, rimarrebbero pochi giorni per il confronto fino al 27, quando l'Italicum approderà in aula. Giorni che potrebbero tutti essere occupati dalla discussione, impedendo di fatto lo scontro, inevitabile, sugli emendamenti.