Tecnici Parlamento avvertono, senza riforme si torna a pareggio bilancio in 2016
Roma, 16 apr. (AdnKronos) - Senza l'attuazione delle riforme concordate con l'Europa, che consentono di sforare il deficit dello 0,4%, si corre il rischio di intervenire con una correzione dell'indebitamento, ''riportando il pareggio del bilancio strutturale al 2016''. Lo affermano i tecnici di Camera e Senato, nel dossier sul Def. ''L'attuazione delle misure e il rispetto del calendario -si ricorda nel documento- sono monitorati nel contesto del semestre europeo e della procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi''.
I tecnici spiegano, quindi, che ''nel caso in cui lo Stato non attui le riforme concordate, la deviazione temporanea dall'Omt non sarebbe più garantita''. La mancata attivazione della clausola sulle riforme, o il suo venir meno, ''comporterebbe la necessità di una correzione de''indebitamento netto strutturale'' verso l'obiettivo di medio termine, dello 0,5% a fronte dello 0,1%".
Privatizzazioni. Dal processo di privatizzazioni è atteso un ''significativo concorso'' economico alla riduzione del debito, che complessivamente dovrebbe essere ''poco inferiore a 30 mld''. Ma negli ultimi anni ''il conseguimento degli obiettivi programmatici affidati allo strumento non è risultato esente da difficoltà''.
Clausole salvaguardia. Per 'disattivare' le clausole di salvaguardia, introdotte con le leggi di stabilità del 2014 e 2015, occorre una spending review da 70 miliardi di euro nel triennio 2016-2018. In particolare, le risorse servono per evitare l'aumento dell'Iva agevolata al 10%, e l'incremento di aliquote d'imposta e la riduzione delle agevolazioni. Secondo i tecnici del Parlamento ''al fine di evitare del tutto l'operare delle due clausole, risulterebbero affidate all'attività di revisione della spesa risparmi pari a 16,1 miliardi nel 2016, che salierebbero a 25,5 miliardi nel 2017 e a 28,3 miliardi a partire dal 2018. Quindi nel triennio 2016-2018 la spending complessiva ammonterebbe a 69,9 miliardi di euro.