La madre del giovane cooperante tra le lacrime nella sua abitazione Palermo, 23 apr. - (AdnKronos) - "Mio figlio non tornerà più, che dolore immenso. Io lo aspettavo...". Così, tra le lacrime, Giusi Felice, la madre di Giovanni Lo Porto, il cooperante palermitano ucciso nel raid Usa. A riferirlo sono alcuni amici che sono andati a trovare l'anziana donna, visibilmente sofferente, nella sua abitazione palermitana, in via Pecori Giraldi, a Brancaccio. A casa, oltre a Giusi Felice, ci sono alcuni dei fratelli di Giovanni. La donna non vuole vedere i giornalisti. Nell'abitazione, al piano terra, ci sono anche i carabinieri che hanno portato la terribile notizia alla madre. "Da più di tre mesi non avevamo alcuna notizia - riferisce l'amica di famiglia Jessica - non ci facevano sapere niente. Io sono venuta tutti i giorni a trovare la signora Giusi e ci chiedevamo perché la Farnesina non si facesse viva. Oggi la terribile notizia appresa dal telegiornale. Giovanni non tornerà mai più". "E' stato un fulmine a ciel sereno. Non ci aspettavamo questa terribile notizia. Una tragedia. La famiglia aveva tanta fiducia nella Farnesina", racconta un'amica della madre. "L'ho appena sentito al telegiornale - dice la donna prima di entrare nell'abitazione di Giusi Felice - la madre da tre anni si era lasciata andare, da quando hanno rapito Giovanni. E' caduta in depressione. Ogni tanto venivo a trovarla per darle conforto". Giovanna, che preferisce non dire il suo cognome, si chiede: "Perché dirlo soltanto adesso che il raid è stato a gennaio?". Un'altra ragazza, amica di famiglia, Angela, grida: "Obama chiede scusa? E cosa ce ne facciamo delle sue scuse? Perché non lo diceva a gennaio che Giovanni non c'è più".