Gros avverte: tesoretto vada a taglio debito o Italia non crescerà
Sembra 'neverending story', Roma non ripeta gli errori degli inizi del Duemila
Roma, 29 apr. (AdnKronos) - Tesoretti e bonus vanno destinati al taglio del debito o l'Italia non crescerà. Il direttore del Ceps Daniel Gros in un'intervista all'Adnkronos boccia ogni ipotesi di usare le risorse aggiuntive del bilancio per dare sollievo alle fasce più deboli della popolazione o per rilanciare i consumi: "è inutile ai fini di una crescita solida, tutto già visto", dice tranchant.
"Tutte le risorse addizionali vanno destinate al taglio del debito, perché è l'unico investimento che assicurerà crescita e conti sostenibili", sottolinea all'indomani dell'invio del Def a Bruxelles. "Sembra una 'storia senza fine', l'Italia deve ancora pagare per i compiti che non ha fatto in passato", osserva Gros he aggiunge: "Mi sembra di rivedere quanto accaduto negli anni 2001-03 quando i governi sperperarono le risorse in arrivo da tassi di interesse molto bassi in sedicenti misure per rilanciare la crescita e i consumi, invece di destinarle alla riduzione del debito".
Per l'economista "quelle misure non hanno assicurato una crescita solida e intanto il debito è lievitato ulteriormente fino ai livelli di oggi". Ecco perché "il paese non dovrebbe ripetere gli errori degli inizi del Duemila", ammonisce Gros. "In quegli anni - rileva - erano due i paesi Ue con una crescita bassa e un debito alto, Belgio e Italia, solo che il Belgio destinò i risparmi al taglio del debito, l'Italia no. Il risultato? Il Belgio dopo è cresciuto e l'Italia no".
Il direttore del Ceps si sofferma anche sul caso 'Grecia' e si dice fiducioso che le nuove misure allo studio al governo greco, Iva unificata al 18% in primis, potrebbero sbloccare l'impasse con l'ex troika. "Il rialzo dell'Iva a tasso unificato al 18% è molto efficace per centrare l'obiettivo del saldo di bilancio, che poi è quello che interessa alla troika" spiega Gros. "La troika - aggiunge - guarda ai numeri e alla loro credibilità, non alla composizione degli interventi tout court". Gros suggerisce uno schema in due tempi per il governo Tsipras: nell'immediato per sbloccare gli aiuti "varare una lista di misure con il previsto rialzo dell'Iva e mantenere allo stesso tempo gli interventi 'umanitari', per salvare la faccia sul fronte interno ed il cui costo è abbastanza basso"; in un secondo momento, "ma abbastanza ravvicinato procedere con i tagli al settore della difesa e ancora una volta del pubblico impiego, dove sono già stati fatti dei tagli ma c'è ancora ampio margine di ".
Il tutto ovviamente archiviando l'idea di una consultazione popolare: "E' sbagliato sottoporre le misure a referendum - taglia corto Gros - è ovvio che i cittadini le boccerebbero e Tsipras non ne trarrebbe alcun vantaggio". Sarebbe quindi possibile chiudere l'accordo entro il 9 maggio? "Certo è una scadenza ambiziosa" osserva, per nulla preoccupato del fatto che le casse di Atene restino a secco. "Riusciranno a trovare i soldi e a pagare i rimborsi dovuti il mese prossimo al Fmi, su questo non vedo problemi", conclude.