Pescara, 19 mag. (AdnKronos) - Gestiva, per conto di alcuni Comuni pescaresi, il servizio di riscossione tributi, ma parte di quanto incassato non lo ha mai riversato nelle casse pubbliche. Per questo un 63enne, titolare di una società di riscossione tributi, è stato arrestato dai finanzieri della tenenza di Popoli (Pescara). Le indagini delle fiamme gialle sono scattate in seguito alla denuncia di alcuni amministratori locali che non avevano ricevuto le rendicontazioni periodiche e avevano constatato il mancato riversamento di canoni per il servizio idrico, consumi di energia elettrica e affitti di alloggi comunali, incassati per conto loro. La risposta della società di riscossione era sempre la stessa: ci sono ancora importi minimi da riscuotere e le posizioni debitorie dei contribuenti non sono ancora definite. Le verifiche dei finanzieri hanno svelato il meccanismo ideato dagli indagati, i due amministratori della società di riscossione succedutisi nel tempo: venivano lasciate aperte le posizioni contabili dei singoli contribuenti per celare ai Comuni quale fosse l’entità degli incassi effettuati, poi trattenevano indebitamente parte del denaro. Secondo le fiamme gialle, dal 2008 al 2014, i due amministratori della società di riscossione hanno distratto oltre 400mila euro spendendoli per comprare beni di lusso, viaggi all’estero e soggiorni in villaggi turistici. Dovranno rispondere di peculato e nei confronti di uno dei due il gip del Tribunale di Pescara ha emesso una ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari.