Roma, 19 mag. (AdnKronos) - "Dire 'il preside farà una politica clientelare' è di per sé non accettabile perché chiunque può fare una politica clientelare, l'essenziale è che ci siano degli ispettori che nel caso di abusi intervengano. Cioè la maggiore responsabilità al preside comporta che anche il preside, come chiunque altro, sarà sottoposto a controlli". Luca Serianni, professore ordinario di Storia della Lingua italiana all'università 'Sapienza' di Roma, giudica "complessivamente positiva" la norma che conferisce più poteri ai presidi, approvata ieri alla Camera nell'ambito della discussione e votazione del ddl 'la buona scuola'. "Il principio mi sembra positivo - dice Serianni all'Adnkronos - in regime di autonomia scolastica la possibilità da parte del dirigente di modulare l'offerta didattica, secondo un certo progetto, è positiva. Naturalmente è fondamentale, ma mi pare che questo nella legge ci sia, che il preside non decida in condizioni di isolamento. Il preside, come ciascun essere umano, può essere corrotto, anche il magistrato può emettere una sentenza falsa per interessi privati. L'importante è che qualsiasi sistema abbia in sé gli anticorpi per sanzionare eventuali colpe". Quanto alla decisione di reclutare il personale attraverso concorsi, Serianni sottolinea che "nonostante tutti i limiti possibili, il concorso è certamente uno strumento adeguato". "Posso dire per esperienza diretta che quando ho fatto dei corsi al Tfa di due anni fa ho avuto l'impressione di persone molto preparate e oltretutto relativamente giovani, fra i 30 e i 40 anni. Sappiamo quanto è importante anche immettere forze nuove nella scuola - aggiunge il professore ordinario di Storia della Lingua italiana all'università 'Sapienza' di Roma - Quindi bisogna che in sede di regolamenti attuativi si dia il giusto riconoscimento a persone che sono passate attraverso una prova, una verifica. Il sistema forse più adeguato è quello di concorsi riservati a categorie di persone che hanno già superato un certo controllo, un'abilitazione". E sugli stipendi degli insegnanti Serianni precisa: "Lo diciamo da tanti anni tutti che gli insegnanti sono pagati poco, sappiamo quanto sia difficile, proprio per i numeri intervenire in modo significativo". Il prof spiega che "una legislazione che in qualche modo riconosca il merito degli insegnanti può funzionare in questo senso, si posso poi riconoscere agli insegnanti, mi pare che in parte già sia così, dei bonus per andare a sentire un concerto o acquistare un libro". "Io in questi anni ho avuto molti contatti con gli insegnanti - racconta - mi sono impegnato molto proprio in seminari di aggiornamento e ho conosciuto persone di primo ordine, ci tengo a dirlo. Naturalmente di insegnanti che partecipano a queste attività e che sono quelli più motivati però devo dire che ne ho conosciuti tanti e tra le tante lamentele che emergono non è venuta fuori quella dello stipendio, che pure avrebbe un fondamento". "Questo perché", secondo Serianni, "se si sceglie questa professione è chiaro che le soddisfazioni personali e la passione con cui si fa sono elementi che non sostituiscono gli aspetti economici che però costituiscono un carburante fondamentale per fare bene il proprio lavoro". "Quindi è importante che gli insegnanti più motivati, che non sono pochi, ricevano una giusta soddisfazione nel loro lavoro - conclude - Quando si sente parlare così male della scuola forse si dà un giudizio molto sommario ma in realtà sono molti gli insegnanti di primo ordine".