Bruxelles, 19 mag. - (Adnkronos) - Arrivano due promozioni dalla Commissione Ue e dal Fondo Monetario Internazionale sul decreto con cui il governo ha scelto di rispondere alla sentenza della Consulta sul blocco della rivalutazione delle pensioni. In particolare, Bruxelles "accoglie positivamente l'impegno a mantenere gli obiettivi fiscali indicati nel Programma di stabilità del 2015". E un portavoce della Commissione aggiunge che sulla base degli annunci del governo "la valutazione della Commissione sul Def, basata sulle nostre previsioni economiche di primavera, rimarrà invariata". Ovviamente, "una valutazione definitiva dell'impatto sui conti del decreto legge sarà effettuata una volta che il testo ufficiale sarà disponibile". Sul fronte Fmi, è il responsabile per l'Italia Carlo Cottarelli a sintetizzare un giudizio positivo. Nonostante l'aumento di spesa legato alla sentenza della Consulta sulle pensioni "il Governo ha confermato gli obiettivi di deficit: credo sia stata la cosa giusta da fare". Anche se, puntualizza, "alla luce della sentenza della Consulta occorrerebbe fare un provvedimento ben disegnato per evitare iniziative legali". L'impatto della sentenza della Consulta, del resto, è particolarmente consistente, 18 mld ha ribadito il presidente dell'Inps Tito Boeri. E "se il governo li avesse impiegati per aumentare le pensioni, la possibilità di contrastare la povertà sarebbe stata più difficile". Improntata al realismo l'analisi del ministro del lavoro Giuliano Poletti. "La Corte ha detto che la norma non era adeguatamente motivata e aveva degli elementi di criticità. Noi siamo intervenuti superando questi elementi . Il numero dei pensionati che saranno coinvolti e' la stragrande maggioranza e poi c'e' un tema di equilibrio dei conti pubblici che e' previsto dalla stessa Costituzione. Abbiamo bisogno di corrispondere alle norme che la Corte ha chiamato in causa nella sua sentenza e contemporaneamente non possiamo far saltare i conti pubblici''. Fredda la reazione dei sindacati. "Una prima risposta, ma non sufficiente né conclusiva", sintetizza il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "C'è una distanza -sostiene- tra le cifre prelevate dalle pensioni e quanto restituito. La distanza è ancora consistente, vorremmo poter conoscere e discutere come si determina il sistema di perequazione e indicizzazione delle pensioni, non solo guardando alla salvaguardia delle pensioni più basse ma costruendo la certezza del sistema". Sulle pensioni "non siamo per nulla soddisfatti: aver definito una tantum o indicizzazioni senza criteri chiari comporterà solo confusione e ulteriori ricorsi", prevede il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. "Il governo continua a essere autoreferenziale, dimenticando che i danni a cui cerca di porre rimedio derivano dall'atteggiamento che Monti ha avuto a suo tempo e che ora Renzi sta perpetuando", spiega sottolineando che "la mancanza del dialogo genera problemi che poi si scaricano sui Governi che seguiranno".