Finanza, 'La fine del Btp è la rinascita Italia': la ricetta per crescere e guadagnare
Da GueriniNext il libro di Figna, Sabbatini e Cordara: più rischio e diversificazione per rilancio
Roma, 16 giu. (AdnKronos) - Btp addio: il rilancio dell'economia passa per una svolta culturale, ma anche regolamentare, verso una maggiore propensione al rischio e alla diversificazione negli investimenti degli alti risparmi dei cittadini italiani. Quella che può apparire come una provocazione per il risparmiatore-tipo italiano è la ricetta per la crescita di Massimo Figna, Riccardo Sabbatini e Alberto Cordara nel libro-saggio 'La fine del Btp è la rinascita dell'Italia', edito da GueriniNext.
"Questo testo - spiega all'Adnkronos Figna, fondatore di Tenax Capital - vuole essere uno stimolo per cercare nuovi strumenti per un mercato dei capitali in Italia, un paese con un tasso di risparmio tra i più alti d'Europa, ma con una diversificazione molto bassa visto che il 75% dei risparmi viene investito nel mattone e nei titoli di Stato". Invece, aggiunge, per tornare a crescere i risparmi vanno indirizzati "dai Btp che oggi sono diventati poco redditizi Btp a nuovi prodotti di finanziamento". Uno sviluppo in linea con i tempi e con il mercato, in una zona euro in cui l'Unione bancaria e il Quantitative Easing stanno mandando in pensione l'investimento principe degli italiani.
Certo "questo percorso che non può avvenire in tempi brevi ma -rileva Figna - sarà tanto più veloce quanto più si abbassa il rendimento dei titoli di stato". E' un processo però, sottolinea, "che implica una svolta in termini di regole e soprattutto una svolta culturale nel paese puntando per esempio sui fondi alternativi e questo vuol dire propensione al rischio e alla diversificazione". Un "cambio di marcia - insiste - che può avvenire solo se vai a toccare le tasche delle persone alla luce del fatto che i Btp, per anni eccellente fonte di rendimento, oggi non lo sono più".
A beneficarne soprattutto le pmi, messe in ginocchio dal credit crunch. "Rispetto agli altri paesi europei, in Italia le banche sono egemoni nel finanziamento delle piccole e medie imprese e con la stretta al credito è ovvio che il sistema economico stenti a ripartire". Da qui "la necessità di rivolgersi a fonti di finanziamento alternativo perché l'Italia riparta e rinasca".
Il "sistema è debole e fragile perché le imprese sono mal capitalizzate" osserva da parte sua Stefano Pagani, capo della segreteria tecnica del Tesoro, sottolineando l'importanza di "una strategia complessiva per avvicinare l'Italia al mercato". Ma questo, osserva, "vuol dire un cambiamento culturale che è anche un cambiamento qualitativo perché l'impresa deve avere bilanci certificati, management qualificati e voglia di essere giornalmente scrutinata dagli investitori".
"La rinascita dell'Italia - conclude infine Finga - vuol dire maggiore crescita e questa oggi è possibile grazie all'accesso credito e dunque maggiore equity e maggiore rischio, perché rischio vuol dire rendimento".