Lavoro, segnali di risveglio nel primo trimestre 2015: crescono contratti stabili
recuperano servizi ma al palo industria, cresce lavoro permanente, tempo pieno e parziale
Roma, 17 giu.(AdnKronos) - Qualcosa comincia a muoversi sul fronte del lavoro nel primo trimestre 2015 dopo che per la prima volta, dopo 13 trimestri, il Pil ha messo a segno una variazione positiva dello 0,1% su base annua: fra gennaio e marzo la domanda di lavoro mostra segnali di crescita nei servizi anche se resta debole dell'industria mentre nell'aprile scorso gli occupati sono aumentati dello 1,2% rispetto al 2014 e dello 0,7% rispetto al marzo precedente così come risultano in calo la disoccupazione e l'inattività. E'
l'Istat
a mettere insieme una fotografia dell'andamento dell'occupazione nel primo trimestre dell'anno come emerge da diverse fonti disponibili sia di origine statistica che amministrativa.
Dati da prendere con la "dovuta cautela" che però sembrano "indicare un primo aggiustamento della domanda di lavoro al nuovo quadro dei costi e di impiego del lavoro, conseguente ai recenti provvedimento normativi in un contesto di ripresa dei livelli complessivi di attività economica". Occorrerà però attendere i dati del secondo trimestre dell'anno, suggerisce ancora l'Istat, "per verificare se e con quale intensità proseguiranno i segnali di ripresa dell'occupazione". La fotografia comunque mostra un quadro di ombre e luci: luci dai servizi che proseguono la fase espansiva già registrata dal 2014 ; ombre nell'industria che sostanzialmente resta al palo per effetto della crisi delle costruzioni mentre segnali di risveglio arrivano dalle attività manifatturiere.
E se i dati destagionalizzati del primo trimestre 2015 registra un numero di occupati pressochè stabile a quota 22 milioni 301 mila rispetto al trimestre precedente, sono le dinamiche per posizione nella professione a segnalare variazioni tendenziali positive: così i lavoratori dipendenti (75% del totale) registrano un incremento dello 0,7% pari a 107 mila unità; quelli indipendenti aumentano dello 0,5% pari a 25mila unità in più. In decisa risalita anche il numero degli occupati a tempo pieno, che negli anni della crisi avevano subìto un calo pressoché continuo:nel primo trimestre sono 104 mila in più (+0,6%) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Prosegue, si legge ancora nel report, anche la crescita del lavoro a tempo parziale, ininterrotta dal 2010 seppure con intensità differenti nelle diverse fasi cicliche. Nel primo trimestre 2015 gli occupati part time arrivano a 4 milioni 94 mila unità (+0,7%, 28 mila in più rispetto al primo trimestre 2014) anche se, annota ancora l'Istat, l’aumento riguarda quasi del tutto il part time involontario, ossia il lavoro a orario ridotto accettato in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno. L’incidenza del part time involontario sul totale dei lavoratori a tempo parziale sale al 64,1% (62,7% nel primo trimestre 2014).
Se si guarda invece al solo lavoro alle dipendenze, per il quarto trimestre consecutivo l’aumento tendenziale degli occupati riguarda sia i dipendenti permanenti (+36 mila, pari a +0,2%) sia quelli a termine (+72 mila, pari a +3,5%). Quanto al lavoro a termine, l’aumento registrato nel primo scorcio del 2015 interessa soprattutto gli uomini, gli occupati fino a 49 anni ed è più forte nel Nord del Paese. Il peso dei dipendenti a termine sul totale degli occupati sale al 9,7% dal 9,4% di un anno prima.
A caratterizzare i segnali positivi, prosegue l'Istat, sopratutto "l'omogeneità territoriale dell'espansione" che, sebbene contenuta, "coinvolge per il terzo trimestre consecutivo tutte le ripartizioni geografiche": nel primo trimestre 2015 l’occupazione aumenta soprattutto al Nord (71 mila unità in più, pari a +0,6% in confronto a un anno prima) e nel Mezzogiorno (47 mila in più, pari a +0,8%), mentre nel Centro cresce dello 0,3% (+15 mila). "Significativo" il recupero del Mezzogiorno se si considera che circa il 70% della caduta di occupazione tra il 2008 e il 2014 aveva interessato proprio quest’area del Paese.