L'alimentazione giusta parte dal cervello, arriva la smart nutrition
(AdnKronos) - Spesso si comincia su consiglio di un'amica, a volte navigando su internet. Poi, la sensazione di sentirsi meno gonfi dopo aver tolto dal proprio menu pane o latticini, o l'impressione di avere la pancia più piatta dopo aver rinunciato a brioche e prodotti lievitati, spingono sempre più in un vortice di disordine alimentare che provoca danni per la salute e spesso anche per gli equilibri familiari. Ne sono convinti gli esperti del Cnr e di varie università italiane che si sono dati appuntamento all’Expo di Milano per una tavola rotonda sulla 'smart nutrition', la nuova frontiera della ricerca scientifica per le scienze dell'alimentazione.
L'incontro, organizzato dall'Istituto di Scienze dell’Alimentazione (Isa-Cnr) del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con la Camera di commercio di Avellino, ha fornito l'occasione per fare il punto sul complesso rapporto tra uomo e cibo da un punto di vista bio-medico ed antropologico e analizzare l’impatto che gli alimenti funzionali possono avere sullo stato di benessere, oltre che cercare di capire come le metodologie 'omiche' in studi possano dare un contributo nel campo della nutrizione e delle scienze dell’alimentazione.
Il problema, che affligge un numero sempre più ampio di persone, ha un nome, ortoressia o 'sindrome dell'appetito corretto'. "In molti Paesi - spiega Marino Niola, docente all'università Suor Orsola Benincasa e autore del libro 'Homo Dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari' - è già una malattia epidemica". Il soggetto ortoressico "elimina giorno dopo giorno prima un alimento, poi un altro, riducendo l'alimentazione a pochissimi nutrienti, spesso con gravi danni per la salute". Non solo, "si isola dagli altri per non correre il rischio di mangiare cibi che considera pericolosi. Come quelle persone che invitate a una cena, portano con sé il loro cibo. Una abitudine assolutamente asocializzante".
In una società abbondante di cibo, confrontarsi con un’alimentazione 'in sottrazione', oltre che un paradosso, rischia di provocare danni anche sugli equilibri familiari: "L'ortoressia - osserva Niola - spesso spacca anche le famiglie". In America "è una delle prime cause di divorzio e ora, anche in Italia, si è registrato il caso di una coppia, moglie vegana e marito onnivoro, che è arrivata a darsi battaglia davanti al giudice per le liti sull'alimentazione dei loro figli". Ciò "vuol dire che questa passione del 'cibo che fa bene', in realtà finisce per farci male o per farci vivere da malati per morire sani".
Per questo, la fobia del 'senza' dovrebbe essere invece bilanciata dalla gratificazione del 'con', intendendo con ciò la presenza in alimenti di molecole capaci di fortificare e rendere più salutistica la dieta mediante una nuova generazione di prodotti. "E' il caso dei nutraceutici - afferma Vincenzo Di Marzo, direttore dell'Istituto di chimica biomolecolare del Cnr -. Principi attivi contenuti in determinati alimenti, per i quali si è osservata un'associazione tra il consumo e alcuni effetti positivi sulla salute".
Non una vera e propria novità, sottolinea lo scienziato tra i primi 100 top italian scientist, ma un nuovo corso dato dalle nuove tecniche 'omiche', che "studiano in maniera onnicomprensiva l'impatto dei nutraceutici sulle proteine, sui geni e sui metaboliti dell'assunzione". "Si parla anche di nanotecnologie - aggiunge Di Marzo - utili per poterne migliorare la biodisponibiltà e l'efficacia".
Sul fenomeno dei disordini alimentari, gli esperti sono inoltre convinti che un ruolo fondamentale lo abbia anche e soprattutto la comunicazione. "Il problema della corretta comunicazione, per quanto riguarda l'immenso settore dei nuovi alimenti, dei cibi fortificati, del super cibo e degli alimenti funzionali - rileva Gian Luigi Russo ricercatore dell’Isa-Cnr - va considerato in maniera molto attenta".
"Non credo - dice l'esperto - sia un caso che il settore scientifico della scienza dell'alimentazione, dagli anni '90 agli anni 2000 sia aumentato di circa dieci volte, in termini di pubblicazioni". E che "l'aumento dell'interesse sia andato di pari passo con l'esplosione di internet".
In altre parole, "la facilità con cui è possibile reperire dati e notizie attraverso internet, in alcuni casi porta a una semplificazione eccessiva delle informazioni scientifiche che vanno sempre verificate e consolidate prima di poterle considerare reali". Negli ultimi anni, "gli esempi sono tanti: è il caso degli antiossidanti, storicamente associati ad effetti benefici, ma che però, somministrati in superdosi o con un eccesso di supplementi a base di anti ossidanti, possono essere causa di patologie o peggiorare stati patologici preesistenti".
Nel bacino del Mediterraneo e in Italia, "fortunatamente abbiamo un'alimentazione già di per sé corretta". Se "opportunamente modificata con quegli alimenti che chiamiamo 'smart', frutto non solo di processi tecnologici avanzati, ma la cui validità a livello nutrizionale è stata o viene confermata da studi seri nutrizionali, non può far altro che migliorare lo stato nutrizionale della popolazione".