"Deve fare la fine di suo padre", i legali di Tutino: mai detta quella frase
Palermo, 19 lug. (AdnKronos) - "Il nostro assistito ribadisce ancora una volta come la terribile e sconvolgente frase di cui alle intercettazioni pubblicate dall'Espresso, nel senso inquietante dato alla stessa, non esiste e non poteva esistere perché non è stata mai profferita ed è purtroppo con rassegnazione che dobbiamo prendere atto che è una invenzione frutto di dossieraggio per motivi politici". Lo scrivono in una nota i legali di Matteo Tutino, il chirurgo plastico arrestato per truffa, che avrebbe detto la frase 'Lucia (Borsellino ndr.) deve fare la stessa fine del padre', smentita dalla Procura di Palermo.
"Il nostro assistito si dichiara inoltre molto addolorato per la sofferenza e l’imbarazzo incolpevolmente arrecato alla dottoressa Borsellino da quanto sta avvenendo, anche perché, contrariamente a quanto affermano alcuni, il rapporto tra il dottor Tutino e l'assessore alla sanità è stato sempre improntato a sincera e leale amicizia.
Manfredi Borsellino, il figlio del giudice Paolo Borsellino, che ieri nel suo intervento a sorpresa, davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha difeso la sorella Lucia "che ha portato la croce", questa mattina ha visitato in forma strettamente privata il Giardino della Memoria di Ciaculli e ha reso omaggio alle vittime della strage di Palermo del 19 luglio 1992 in cui caddero il padre, Paolo, e cinque agenti della polizia di Stato.
Erano presenti il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, il vice-presidente nazionale dell'Unione cronisti, Leone Zingales, il presidente della sezione distrettuale di Palermo dell'associazione nazionale magistrati, Matteo Frasca, il consigliere nazionale dell'Unci, Giuseppe Lo Bianco, il presidente del Gruppo siciliano dell'Unci, Andrea Tuttoilmondo e il tesoriere del Consiglio direttivo dell’Unci Sicilia Daniele Ditta.
“Il Giardino della Memoria è ormai uno dei simboli della legalità e della vera lotta alla mafia dove, come è noto, i cronisti e i magistrati spendono energie sane e saldi valori per allontanare da questa terra il cancro della mafia. Questo luogo è importante perché teatro, al pari di via D'Amelio, di visite delle scolaresche che così imparano a non disperdere la memoria”, ha detto Manfredi Borsellino.
“Ricordo - ha proseguito Manfredi Borsellino - che il primo albero piantato in questo Giardino è stato proprio quello dedicato a mio padre e agli agenti trucidati quel terribile giorno. In questo momento vorrei spendere parole di elogio e di apprezzamento per quella gente comune e quei bambini che anche quest' anno, sfidando il caldo e rinunciando ad una domenica al mare, si daranno appuntamento nel luogo della strage e lì dove mio padre è nato, in piazza Magione alla Kalsa”.