Vacanza rovinata? La Cassazione detta le regole
danno da 'vacanza rovinata' solo se c'è danno reale, lo smarrimento dei bagagli non dà diritto automaticamente ad un maxi risarcimento
Roma, 25 lug. (AdnKronos) - La Cassazione stila un vademecum per arginare le disavventure degli italiani in vacanza. Il danno da 'vacanza rovinata', spiegano gli 'ermellini', va riconosciuto soltanto nel caso in cui siano stati lesi "interessi costituzionalmente protetti". Anche lo 'stress' e i 'disagi psicologici' possono essere risarciti, ma ci devono essere "reali riscontri" di quanto lamentato dal turista vittima di una disavventura. C'è stato il caso di un turista che ha citato agenzia e tour operator per essere risarcito perché le foto del depliant travisavano la realtà ed è stato risarcito.
Piazza Cavour dedica poi un capitolo allo smarrimento del bagaglio da parte di una compagnia aerea, con consegna in ritardo. In questo caso, avvertono gli 'ermellini', "la responsabilità per danni da ritardo è esclusa ove il vettore dimostri che egli stesso e i propri dipendenti e incaricati hanno adottato tutte le misure necessarie e possibili, secondo la normale diligenza, per evitare il danno oppure che era loro impossibile adottarle".
Nel vademecum, la Suprema Corte, citando la Convenzione di Montreal del '99, ricorda che laddove "il vettore aereo internazionale si renda responsabile del ritardo nella consegna al passeggero del proprio bagaglio, la limitazione della responsabilità risarcitoria dello stesso vettore opera in riferimento al danno di qualsiasi natura patito dal passeggero e, dunque, sia nella componente meramente patrimoniale che in quella non patrimoniale, da risarcirsi, quest'ultima, come conseguenza seria della lesione grave di diritti inviolabili della persona, costituzionalmente tutelati".
Nel caso che ha indotto piazza Cavour a dispensare consigli pratici, una coppia campana che aveva acquistato due biglietti aerei per la tratta Roma/New York/Caracas aveva appreso dello smarrimento dei bagagli di lei soltanto una volta arrivati nella capitale venezuelana e la riconsegna della valigie era avvenuta solo dopo due settimane. La compagnia aerea era stata condannata a risarcire la donna con la somma ridotta di 682 euro (in primo grado le erano state accordate 1970 euro di danno).
La coppia si è rivolta alla Cassazione per chiedere un risarcimento maggiore, lamentando "stress e disagi per la moglie impossibilitata a partecipare a escursioni e a serate di gala per mancanza di indumenti necessari".
Piazza Cavour ha però fatto notare che non c'era stata "lesione di diritti inviolabili della persona costituzionalmente tutelati" poichè non erano stati individuati "quali fossero in concreto i diritti inviolabili realmente pregiudicati, non potendo questi essere confusi con lo 'stress' e i 'disagi psicologici' allegati, nè con quelli tipizzati dal legislatore da 'vacanza rovinata'".