in un albergo il 14 luglio discusso sequestro riserve valutarie e arresto di Stournaras Londra, 25 lug. (AdnKronos) - Inizieranno lunedì i colloqui tra il governo greco ed i creditori internazionali, dopo il rinvio deciso ieri per ragioni di sicurezza. Lo ha confermato all'agenzia di stampa Dpa un funzionario dell'esecutivo di Atene. I colloqui verteranno sul terzo pacchetto di aiuti alla Grecia che dovranno essere concessi da Bce, Commissione europea ed Fmi. Intanto il Financial Times ha rivelato che il 14 luglio scorso alcuni esponenti della fazione di ultra sinistra di Syriza si sarebbero incontrati in albergo di Atene per parlare di un piano per realizzare una specie di colpo di stato, che comprendeva il sequestro delle riserve valutarie della zecca di Stato, il commissariamento della Banca Centrale e il conseguente arresto del governatore se Yannis Stournaras si fosse opposto. Un piano di golpe che sarebbe stato pensato nel tentativo di opporsi alla decisione del leader Alexis Tsipras di accettare le severe condizioni imposte dai creditori per il nuovo pacchetto di salvataggio. Secondo il giornale conservatore britannico che, cita i partecipanti alla riunione e i giornalisti vicini al partito che li hanno attesi fuori dall'Oscar Hotel, quel piano sarebbe stato proposto da Panayotis Lafazanis, il leader di "Piattaforma di Sinistra", allora ancora ministro dell'Energia e dell'ambiente, dicastero da cui è stato licenziato dopo per aver votato in aula contro il piano di salvataggio. "Il nostro piano è di ritornare alla moneta nazionale, questo è quello che avremmo dovuto già fare, ma possiamo farlo ora", ha detto, secondo la ricostruzione del Financial Times, Lafazanis spiegando la sua idea di prendere il controllo della Nomismatokopeion, la zecca dove si trovano le riserve valutarie del Paese, che, secondo lui, sono di 22 miliardi di euro. Con le riserve valutarie si sarebbero pagati stipendi e pensioni e garantito i rifornimenti alimentari e di carburante fino al passaggio effettivo alla dracma. "Per qualcuno che stava cospirando contro lo stato greco, lo hanno fatto in modo molto aperto", ha raccontato uno dei giornalisti che hanno parlato con i politici dopo la riunione. Il fatto è - sottolinea oggi Ft - che le riserve in effetti sono di 10 miliardi, che potrebbero tenere a galla il Paese appena poche settimane invece dei sei-otto mesi necessari a preparare, testare e lanciare una nuova dracma. Senza contare che non appena il governo avesse preso il controllo della banca centrale, la Bce avrebbe dichiarato come contraffatti tutti gli euro greci. "Le conseguenze sarebbero state disastrose, la Grecia sarebbe stata isolata dal sistema finanziario internazionale e le sue banche non sarebbero state in grado di funzionare ed i suoi euro senza valore", commenta un funzionario della banca centrale. Ft afferma di non aver ottenuto un commento da Lafazanis, mentre invece Stavros Theodorakis, leader di To Potami, ha sottolineato la necessità di un urgente chiarimento da parte del governo: "membri di questo governo volevano pianificare un viaggio all'inferno per la Grecia, di attaccare le riserve valutarie del popolo greco e invadere la zecca. Alexis Tispras - ha concluso - ci deve dire cosa è veramente accaduto".