Milano, 18 ago. (AdnKronos) - Una volta al giorno, sempre insieme a un assistente sociale, per un tempo contenuto e senza la possibilità di allattare. Sono queste le condizioni, poste dai giudici del Tribunale dei Minori di Milano a Martina Levato, la giovane studentessa condannata a 14 anni di carcere per aver aggredito con l'acido l'ex fidanzato. Con un provvedimento d'urgenza i giudici di fatto consentono alla madre di poter stringere per la prima volta dalla nascita il figlio, avuto dalla relazione con Alexander Boettcher. A circa 72 ore dalla sua venuta al mondo - è nato a Ferragosto - il bambino potrà conoscere la mamma, ancora ricoverata alla clinica Mangiagalli di Milano. Nell'autorizzare Martina Levato a vedere suo figlio una volta al giorno, riferisce l'avvocato della donna, i giudici hanno aperto le procedure di adottabilità che avranno bisogno di un periodo di istruttoria per arrivare a una sentenza finale. Nel frattempo, una volta dimessa dalla clinica, Martina Levato non tornerà a San Vittore, ma potrà andare all'Icam, l'istituto che accoglie le madri detenute. Il provvedimento dei giudici del Tribunale dei Minori stabilisce che il piccolo sarà affidato temporaneamente al Comune di riferimento, quello di Milano, con la nomina di un tutore. La patria potestà dei genitori è stata infatti sospesa a seguito della condanna. I genitori di Martina Levato, riferisce il legale della famiglia Laura Cossar, ora potranno vedere una volta al giorno il nipote in orari ospedalieri e sono, per questo, "felicissimi" e "soddisfatti" dalle decisioni dei giudici. Sempre secondo l'avvocato Cossar il provvedimento, che permette a Martina Levato di vedere il figlio almeno una volta al giorno, è "sobrio, equilibrato e motivato". "Siamo abbastanza soddisfatti" conclude.