Centrodestra, Berlusconi dice no alle primarie: "Strumento manipolabile"
Per scelta candidati sindaci accordo tra partiti
Roma, 23 ago. (AdnKronos) - Niente primarie, sono ''manipolabili'', "meglio gli accordi tra forze politiche" per individuare i candidati sindaco del centrodestra. Tutti, dentro Forza Italia, attendevano una parola chiara dal loro leader sulla linea politica ed è arrivata. Almeno sul nodo delle primarie.
Arriva nel primo pomeriggio, con una nota, un secco no di Silvio Berlusconi alle consultazioni popolari considerate da sempre un 'fallimento' della sinistra. Un modo per dire ai suoi e a chi fa dichiarazioni in libertà: il leader sono e resto io, le polemiche da solleone non interessano nessuno, anzi, ci danneggiano.
Da troppo tempo il presidente di Fi stava zitto sui temi del giorno (dalle riforme al futuro del partito), si lamentavano big e peones. E il silenzio dell'ex premier faceva rumore, alimentando nuovi malumori interni, legati soprattutto alle voci di larghe intese con Matteo Renzi mai smentite con forza da Arcore.
Settembre è vicino e la riforma costituzionale all'esame dell'Aula del Senato sarà il vero banco di prova della tenuta del movimento azzurro. Da qui la necessità che il 'capo' batta un colpo. Ed ecco il monito sulle primarie, destinato a scuotere l'ambiente e probabilmente a ricompattarlo.
Di certo, le parole di Berlusconi suonano come una vera e propria sconfessione nei confronti di alcuni fedelissimi come Giovanni Toti e Renato Brunetta che avevano aperto a Matteo Salvini, rispettivamente, sull'ipotesi di primarie per trovare i nomi giusti alle comunali e il leader di coalizione. Il governatore ligure assicura di "non essere stato sconfessato", ma la presa di distanza fa discutere.
Toti non si scompone e ribadisce la sua posizione: ''Le mie riflessioni affidate in questi giorni alla stampa sono riflessioni del tutto personali. Ma se manca l'intesa tra le forze politiche, il ricorso alle primarie può essere un possibile metodo per ritrovare l'unità di cui tutti abbiamo bisogno".
L'uscita del Cav divide il centrodestra. Esulta un berlusconiano della prima ora come il senatore forzista Altero Matteoli: ''Mi rallegra che Berlusconi si sia espresso contro le primarie che non ho mai considerato, in assenza di una legge che le regolamenti, un valido modello per la scelta dei candidati. Dopo il clamoroso fallimento di quelle indette dal Pd, inseguirle ora noi sarebbe stato quantomeno singolare".
Non ci sta Ignazio La Russa, uno dei fondatori di Fdi: ''Quando Berlusconi parla di accordo politico tra i partiti dice una cosa saggia. Ma quando non c'e' un'intesa che facciamo? Io penso che, in mancanza di un accordo tra le forze del centrodestra, piuttosto che far vincere la sinistra dividendoci, è meglio ricorrere alle primarie con l'impegno di convergere su chi le vince''.
Sul piede di guerra i 'Conservatori', a cominciare dal loro leader, Raffaele Fitto: "Da mesi abbiamo proposto a Forza Italia le primarie, o comunque meccanismi aperti e di consultazione. Anche per questo sono e siamo stati ostracizzati. Ieri alcuni esponenti di Forza Italia, anche in dialogo con me, avevano effettuato una timida apertura, comunque positiva. E oggi, puntuale, dopo neppure mezza giornata e' arrivata la stroncatura da parte di Berlusconi, che commette un altro gravissimo errore. Sbagliare è umano, perseverare...".