Roma, 22 set. - (AdnKronos) - La minoranza Pd, che si è riunita in queste ore, ha deciso di confermare gli emendamenti alle riforme pur valutando positivamente le parole di ieri in direzione del premier Matteo Renzi. Per i senatori della minoranza la soluzione migliore sarebbe la modifica del comma 2 dell'articolo 2 ma, se verrà sancito che i cittadini decidono chi mandare al nuovo Senato, allora un punto di accordo si può trovare attraverso il comma 5. "In Costituzione si fissa il principio, i dettagli in legge ordinaria". Il presidente del Senato, Piero Grasso, deve ancora pronunciarsi sull'emendabilità e quindi, viene riferito da fonti della minoranza Pd, in questa fase si è deciso di ripresentare gli emendamenti al ddl Boschi. Per i 'dissidenti' dem la soluzione migliore "sarebbe la modifica del comma 2 dell'articolo 2, se sarà emendabile". Detto questo viene apprezzata "l'apertura in direzione sul comma 5: finalmente si parla di scelta dei cittadini per i senatori. Ma bisogna vedere o concordare i testi". Perché, si chiarisce da parte della minoranza Pd, "deve essere chiaro e inequivocabile che i cittadini decidono con il voto i senatori e i consigli regionali ratificano come presa d'atto, in Costituzione si fissa il principio, i dettagli in legge ordinaria". Intanto è in corso a palazzo Madama la discussione sul ddl riforme. Di fronte a 110 iscritti a parlare, il presidente del Senato Pietro Grasso, in apertura di seduta, ha deciso di armonizzare i tempi di intervento, riducendoli a dieci minuti ciascuno, allo scopo di rispettare il calendario fissato dalla conferenza dei capigruppo, che prevede entro domani la conclusione del dibattito. Immediate le proteste del Movimento 5 Stelle che ha denunciato la "tagliola". Anche il leghista Roberto Calderoli ha polemizzato: "E' giusto che il dibattito si svolga anche in questa sede -ha detto- ed è impossibile, come è accaduto, che il dibattito si svolga tutto in via del Nazareno, nelle direzioni del Pd. È una cosa inaccettabile". La presidente del gruppo Misto Sel, Loredana De Petris ha rilevato che "in un dibattito sulla riforma costituzionale, che potrà appassionare o meno, il contingentamento sia assolutamente inopportuno e ciò non è accaduto neanche durante la prima lettura".