Servizio gratuito, ogni giorno premiato portafoglio azionario migliore Roma, 11 ott. (AdnKronos) - Un luogo dove i risparmiatori possono monitorare gratuitamente l'andamento di azioni e fondi e dove i professionisti hanno modo di rafforzare la propria reputazione, trovare nuovi clienti e futuri sbocchi lavorativi. Il tutto come fosse un gioco, senza pagare alcuna iscrizione e senza utilizzare denaro vero. E' Sestertium, piattaforma web tutta italiana che applica alla finanza il principio del crowdsourcing, ovvero la conoscenza che arriva dalla popolo, e della gamification, cioè l'introduzione di elementi di gioco e competizione nelle attività professionali. Su Sestertium, raggiungibile all'indirizzo www.sestertium.com, i professionisti, ma anche tutti quelli che vogliono mettersi alla prova negli investimenti, possono creare il proprio portafoglio azionario e partecipare ad arene di gioco virtuali divise in base ad alcuni criteri, come le percentuali di composizione tra obbligazioni e azioni, oppure il Paese o il settore di appartenenza dei titoli. Le classifiche e la composizione dei portafogli presenti nelle arene sono pubbliche, totalmente trasparenti e senza intermediazione: l'utente risparmiatore può seguire da spettatore e prendere spunto dalle sfide, sfruttando quindi i risultati per i propri investimenti che possono poi essere fatti privatamente in un qualsiasi modo, affidandosi ad esempio alla consulenza della propria banca o via internet se si è più 'sciolti' con la finanza sul web. A fine giornata vengono assegnati i sesterzi, le medaglie che premiano i portafogli migliori. Non c'è un inizio né una fine della gara: l'obiettivo per chi partecipa è rimanere in alto nella graduatoria e acquisire reputazione. Sestertium nasce da un'idea del professore Stefano Tonchia, ordinario di di Innovation and Project Management all'Università di Udine. Il progetto è nato circa un anno e mezzo fa e come molte startup che prendono vita in Italia ha trovato difficoltà sul piano dei finanziamenti che avevano portato a maturare la volontà di cercare all'estero. "Pensavamo di andare a Londra o Dublino, vista la tipologia di prodotto. Poi però – racconta Tonchia all'Adnkronos – abbiamo trovato in Italia alcuni investitori illuminati. La nostra piattaforma ha dei costi non indifferenti e chi inizialmente poteva essere interessato nel nostro Paese non si è fatto avanti. Si parla tanto di innovazione, ma quando cerchi chi possa aiutare a realizzare qualcosa non trovi nessuno". Ora che la piattaforma è stata lanciata ed è in crescita, si passerà allo step successivo che potrà dare visibilità al progetto in tutto il mondo. "Il modello è replicabile ovunque e sta iniziando ad arrivare l'interesse dall'estero. Lo stanno studiando", continua il professore che spiega come il progetto si stia "muovendo all'estero anche se è chiaro che i venture capital chiedono che la piattaforma funzioni e abbia utenza iscritta". L'idea di chiamare Sestertium la startup nasce "da una serie di pensieri. Avevamo considerato un nome più in chiave internazionale, ma alla fine questa bistrattata Italia – dice Tonchia - è conosciuta all'estero per la sua storia e il suo patrimonio artistico. E così abbiamo voluto dare un segnale di fiducia, usando un nome che sia riconoscimento da dove veniamo. E poi non dimentichiamo – ricorda - che il sesterzio era la moneta più diffusa nell'impero romano e il nostro target è proprio il popolo. Quelle famiglie a volte bistrattate" dagli esperti del settore "ma che vogliono investire e far fruttare i propri risparmi. Vengono da noi, buttano un occhio sull'andamento del mercato e avranno così qualche informazione in più su come muoversi".

Punto di forza della piattaforma sono l'assoluta trasparenza e l'apertura totale a chiunque desideri iscriversi. A noi, dice Tonchia, "non interessa chi sia l'esperto che gareggia. Può essere un professionista, può essere qualcuno che vuole identificarsi o preferisce restare anonimo. Potrebbe essere uno studente di finanza o uno che la segue per hobby. In questo modo possiamo pensare a Sestertium in chiave internazionale in un futuro, con la possibilità che si iscrivano studenti da tutto il mondo che magari analizzano i dati finanziari, ma anche chi ha informazioni e dritte sui titoli azionari". Tonchia non nasconde il rischio, quindi, che gli utenti possano fare insider trading in una piattaforma pubblica e consultabile da tutti. "Sul tema abbiamo valutato tutti gli aspetti legali e – precisa il professore – noi di fatto non eroghiamo servizi di consulenza finanziaria, che sul web non richiedono autorizzazione perché manca la profilazione one-to-one". "Il nostro servizio oggi è gratuito e garantisce la massima trasparenza soprattutto perché noi non mettiamo a disposizione esperti, non vendiamo consulenze, mostriamo solo portafogli scelti dagli iscritti che sono legati a dati oggettivi. Siamo insomma totalmente liberi da conflitti di interessi", conclude Tonchia.