Norma già in Statuto se sono di coalizione- ipotesi 'compensazione' per stop guerra con ex-sindaco Roma, 23 ott. (AdnKronos) - Ignazio Marino 'minaccia' di ricandidarsi se si faranno le primarie a Roma. Ma il Pd ha già pronta la contromisura per tenere il sindaco dimissionario lontano dai gazebo: primarie di coalizione con un solo candidato dem. La norma è già prevista dallo Statuto del Pd. Basta l'ok del 65% dell'assemblea e si va con un solo candidato. Insomma, non c'è da inventarsi niente. Il problema semmai, Marino o non Marino, è quello di trovare quel candidato unico che possa risollevare le sorti del Pd a Roma. L'asso da calare nel marasma capitolino per primarie che, se alla fine si faranno, sarebbero un pro-forma. Alla Romano Prodi, come si usa dire. Al Pd sono al lavoro su questo schema. E non è un lavoro da poco. Specie se c'è Marino ogni giorno pronto ad aprire un nuovo fronte. Per questo la guerra con il sindaco dimissionario va chiusa in qualche modo, si fa presente in ambienti dem. Chi conosce Marino e non lo ama, parla del chirurgo come di una persona concreta. "Venderà cara la pelle finché non avrà una compensazione". Un ruolo da qualche parte, insomma. Nella questione romana si intreccia anche una dinamica tutta interna alla minoranza Pd. Dopo l'avvicinamento a Renzi, Matteo Orfini non gode di particolare simpatia tra gli ex-colleghi della minoranza. L'altro giorno è stato creato un caso sulla proroga di Orfini a commissario del Pd romano. "Una ratifica e per giunta via mail, senza nemmeno uno straccio di discussione", le accuse delle minoranza. Oggi alle 17 si chiude il voto, via mail, sulla proroga di Orfini e sui commissariamenti di Enna e Messina. "Non ci aspettiamo sorprese", dicono dalla maggioranza dem. La previsione è di un'altissima percentuali di sì. Anche su Orfini. "Arriveremo ben oltre l'80% dei sì", si scommette. Quanto alle altre comunali di rilievo sempre più concreta la candidatura (senza primarie) di Giuseppe Sala a Milano.E poi c'è Napoli. "Lì c'è un partito da ricostruire. La volta scorsa non siamo nemmeno andati al ballottaggio...". Serve un nome che parli alla città. Una candidatura esterna, insomma. Al momento restano due i nomi più accreditati: il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e il presidente degli industriali, Ambrogio Prezioso.