Roma, 26 ott. (AdnKronos) - "Alla Camera abbiamo fatto un lavoro in sinergia con il relatore del Senato Giuseppe Cucca, le modifiche sono state fatte in accordo affinché entro dicembre del 2015 il ddl sull'omicidio stradale possa diventare legge". Lo ha detto all'Adnkronos Alessia Morani (Pd), relatrice della proposta di legge sull'omicidio stradale da oggi in discussione alla Camera, spiegando che il testo, una volta approvato dall'Aula "in questa settimana, non sarà modificato in Senato e quindi diventerà legge prima del nuovo anno". D'altronde, "non implica spese per il bilancio dello Stato", aggiunge. Quanto alle richieste di alcune associazioni delle vittime della strada, riunite oggi in sit-in davanti a Montecitorio, Morani spiega: "il testo non è blindato e siamo pronti ad accogliere le loro richieste. Ad ogni modo ricordo che ci sono emendamenti del Pd che prevedono l'aumento del minimo delle pena riguardo a violazioni gravi del Codice della strada". Si rischiano fino a 18 anni (considerando le aggravanti della guida senza patente e dell'assenza di assicurazione) con l'introduzione del reato di omicidio stradale. I punti fermi sono due: "con due nuovi articoli vengono introdotti due reati specifici, appunto l'omicidio stradale e lesioni personali stradali, due ipotesi colpose, che elencano tutta una serie di condotte, dalla più grave alla meno grave, a cui si applicano pene diverse: dagli 8 ai 12 anni per l'omicidio stradale con ubriachezza e tasso alcolemico superiore a 1,5 mg e per stupefacenti. Pena da 4 a 10 anni per ubriachezza tra 0,8 e 1,5 mg", ricorda Morani. "C'è poi tutta una serie di condotte non previste nel testo varato dal Senato e che invece la Camera ha riammesso", sottolinea la relatrice Morani. Si tratta delle ipotesi di omicidio legate all'alta velocità, al passaggio con rosso, ai sorpassi in prossimità di un passaggio pedonale, alla guida contromano. Morani ritiene, inoltre, "che il combinato disposto della sanzione penale insieme alla sanzione amministrativa della revoca della patente, che va da 15 a 30 anni a seconda della gravità delle condotte, è un modo per fare prevenzione e soprattutto per creare una deterrenza vera in tutti i casi in cui fino ad oggi c'è stata impunità da parte dei colpevoli: mai più impunità, è la nostra parola d'ordine". "Siamo alla svolta decisiva sulla legge. Ma non si possono fare passi indietro, non vogliamo il Gioco dell'Oca dell'omicidio stradale", afferma all'Adnkronos Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, l'Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale, che ha preso parte al sit-in di oggi davanti a Montecitorio, insieme ai familiari delle vittime della strada. L'associazione contesta alcuni emendamenti approvati dalle commissioni Giustizia e Trasporti, perché "indeboliscono la legge uscita dal Senato a giugno". "Le notizie che ci sono giunte circa gli emendamenti approvati dalle commissioni Giustizia e Trasporti ci preoccupano per la diminuzione della sanzione penale riguardo ad alcune ipotesi di omicidio legate a violazioni gravi del codice della strada", dice Biserni facendo un esempio. Chi guida in un centro urbano superando i limiti di 50 Km/h, "ora rischia dai 4 ai 7 anni mentre nel testo uscito dal Senato erano previsti 7-10 anni", osserva. L'Asaps inoltre contesta "l'inserimento ben mirato della diminuzione fino al 50% della pena qualora nell'incidente emerga un concorso di colpe da parte della vittima: in questo caso i 4 anni diventano 2 che con il patteggiamento potrebbero trasformarsi in pochi mesi". O niente carcere. "In quest'ultima ipotesi di reato arriviamo al paradosso che un bambino che cammina fuori dal marciapiede davanti ad una scuola e viene falciato da un automobilista sobrio che va a 100 Km/h, a quest'ultimo viene diminuita la pena fino al 50%", spiega Biserni. Quanto all'iter parlamentare, "ci auguriamo che l'auspicio del premier Renzi sia centrato: legge prima di Natale". Alla manifestazione romana era presente anche l'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) convinta che "chi trasgredisce consapevolmente le norme del Codice della strada non può più restare impunito" e chiede "minimi della pena più alti e corsie preferenziali per i processi dei reati stradali". C'era anche il Modavi Onlus (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano). "Siamo da sempre sensibili al dramma vissuto dalle vittime della strada e dei loro familiari - ha spiegato la presidente dell'associazione Maria Teresa Bellucci - d'altronde anche l'Onu e la Corte Europea chiedono agli Stati maggiore rispetto dei diritti degli stessi. L'obiettivo della stessa Unione Europea è quello di dimezzare le vittime entro il 2020". Puntare a questo obiettivo è anche quanto evidenzia la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap): serve "un segnale forte da parte del Governo", serve "accelerare l'approvazione".