Roma, 30 ott. (AdnKronos) - Per arginare l'ormai pressante problema della spazzatura spaziale, serve un "coordinamento di tutte le iniziative internazionali, eventualmente sviluppate sotto l'egida delle Nazioni Unite, ma soprattuto ci vorrebbe un'attenzione dei Governi soprattutto finanziario". La sollecitazione è arrivata dall'astrofisica Simonetta Di Pippo, direttore dell'Ufficio per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico delle Nazioni Unite (Unoosa), intervistata dall'Adnkronos a margine del brain storming "Space Law and Debris Responsibility", promosso a conclusione del Festival della Diplomazia, in collaborazione con Asi, Esa, Dipartimento di Scienze Politiche- Cattedra di Diritto aerospaziale dell'Università La Sapienza, e con il contributo di Finmeccanica. "Ci sono tanti di quei detriti in orbita che potrebbero mettere in grave difficoltà sistemi a Terra come quelli delle Tlc o provocare danni alle persone. Insomma il problema della spazzatura spaziale ha molti aspetti legali eppure -ha spiegato Di Pippo- un satellite lanciato da un Paese può perdere vecchi pezzi che cadono in un altro Stato" ed è difficile comprendere le responsabilità. "Il nostro ufficio guida anche tutto il processo legislativo e il rispetto dei trattati internazionali e noi -ha evidenziato Di Pippo- stiamo preparando una grande conferenza internazionale, che si terrà a Vienna a giugno del 2018 nell'ambito del Copus (Comitato per l'uso pacifico dello spazio), che verrà però aperta a tutte le Nazioni Unite". In questa conferenza "si terrà un bilancio di tutte le attività spaziali degli ultimi 50 anni e delle loro ricadute" ed il tema dei detriti spaziali, ha concluso Di Pippo, "sarà uno dei temi al centro delle discussioni".