Roma, 5 nov. (AdnKronos) - Ricostruire la preistoria del Gran Chaco paraguayano e valorizzare, grazie a tecnologie e competenze italiane, il patrimonio archeologico di un popolo millenario. Si tratta di diagnostica, indagini geofisiche, rilievi con drone, ricostruzioni di realtà virtuale. Tutti modelli di ricerca integrata sperimentati dall’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (Itabc) del Cnr nel corso della recente missione nel sito di Karcha Balut. "La missione -spiega il direttore dell’Itabac Paolo Mauriello- ha rappresentato solo l’avvio di un programma che, partendo dall'analisi di un contesto archeologico, mira ad affrontare la ricerca con un approccio integrato che va dalla diagnostica alla fruizione avanzata, dai rilievi col drone a ricostruzioni di realtà virtuale". E proprio allo sviluppo di questi innovativi strumenti di ricerca è impegnata la sede napoletana dell’Itabac, distaccata presso il Distretto ad Alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili 'Stress'. "Declinare le attività del nostro Istituto in modo sempre più marcato sull’utilizzo di metodologie e tecnologie innovative, rappresenta -evidenzia Mauriello- l'essenza della costituzione della nostra Unità di Ricerca presso Terzi di Napoli". "Di qui -continua Mauriello- la scelta di presentare i primi risultati della missione nel capoluogo campano, un centro che si configura come catalizzatore di ricerche innovative per il trasferimento in missioni all'estero". I risultati dello studio saranno infatti presentati in dettaglio lunedì prossimo a Napoli, nel corso dell’incontro "L'Itabc e l'Archeologia del Paraguay", in programma presso la Sala Conferenze di Eccellenze Campane. ll Paraguay, spiega il Cnr, "rappresenta nel mondo una delle realtà culturali più affascinanti dal punto di vista etnologico, potendo contare su ben 20 diverse etnie raggruppate in 5 gruppi linguistici tra loro del tutto differenti. Uno di questi cinque gruppi è il Guaranì, la cui importanza è stata riconosciuta elevando il relativo idioma alla dignità di lingua nazionale accanto allo spagnolo". Nel suo intervento alla coneferenza partenopea, il ministro per la Cultura del Paraguay, Mabel Causarano, elaborerà proprio il tema della centralità culturale del Paese sudamericano. "È importante -afferma Causarano- riscoprire e valorizzare questo patrimonio che appartiene al Paraguai ma anche alla intera regione del Gran Chaco che si estende ad altri tre paesi limitrofi, a tutto il Sudamerica e alla intera umanità". "I risultati ottenuti -osserva Antonella Minelli, ricercatrice antropologa dell'Università del Molise e coordinatrice della spedizione sul campo- si sono rivelati da subito estremamente interessanti, in quanto hanno permesso di confermare la ricchezza culturale etnoarcheologica di quell’area e di identificare le più antiche testimonianze umane con contesti sepolcrali e aree di lavorazione di manufatti del periodo preispanico". "Dal ritrovamento di sepolture -aggiunge la studiosa- si sono potuti ricostruire i rituali funerari di queste antiche popolazioni, che si insediarono nell’Alto Paraguay, arrivando da aree limitrofe come il Brasile, da cui derivarono tradizioni decorative dei manufatti ceramici di 2.000 anni fa".