Città del Vaticano, 6 nov. (AdnKronos) - "Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone, questo non si può fare". Lo afferma papa Francesco in un'intervista al giornale olandese di strada 'Straatnieuws', riportata da Radio Vaticana. Bergoglio sottolinea come i beni della Chiesa servano a mantenere le "strutture" della Chiesa stessa, ma anche che per "tante opere che si fanno nei Paesi bisognosi: ospedali, scuole". Così anche le opere artistiche come la Pietà di Michelangelo non possono essere vendute perché sono "tesori dell’umanità", dice il Papa. E "questo vale per tutti i tesori della Chiesa. Ma abbiamo cominciato a vendere dei regali e altre cose che mi vengono date". Il Pontefice pensa a un mondo senza poveri ma, dice nell'intervista, "la cupidigia umana c’è sempre, la mancanza di solidarietà, l’egoismo che crea i poveri. Per questo mi sembra un po' difficile immaginare un mondo senza poveri". Anche la Chiesa comunque deve essere povera perché "Gesù è venuto al mondo senzatetto e si è fatto povero", aggiunge. Il Papa ha poi sottolineato che con i governi "si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Per esempio: noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati, per evitare la corruzione. Perché c’è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa". Bergoglio confessa di aver parlato tempo fa di questo con un ministro dell'Argentina, un "uomo onesto. Uno che ha lasciato l’incarico perché non poteva andare d’accordo con alcune cose un po' oscure. Gli ho fatto la domanda: 'Quando voi inviate aiuti, sia pasti, siano vestiti, siano soldi, ai poveri e agli indigenti: di quello che inviate, quanto arriva là, sia in denaro sia in spesa?'. Mi ha detto: 'Il 35 per cento'. Significa che il 65 per cento si perde. È la corruzione: un pezzo per me, un altro pezzo per me".