Bruxelles, 12 nov. - (AdnKronos) - Ai ritmi attuali, con 130 profughi redistribuiti in circa un mese da Italia e Grecia verso il resto dei Paesi europei, la ricollocazione di 160mila persone decisa dalla Ue sarà completata il primo gennaio 2101. E' il calcolo fatto dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, al termine del vertice informale dei leader Ue a La Valletta. Juncker si è detto "del tutto insoddisfatto" dei ritmi dei ricollocamenti anche se nessuno degli Stati membri oggi "ha messo in dubbio necessità di procedere con questo sistema". Juncker ha poi ringraziato Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia per essersi impegnate a inviare altri 300 funzionari per far fronte alle esigenze di Frontex ed Easo. "Non ci facciamo illusioni sulla possibilità di migliorare la situazione in una notte ma siamo impegnati ad assicurare un'alternativa al mettere a rischio la propria vita", ha detto il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, illustrando l'esito del vertice Ue-Africa sulle migrazioni a La Valletta. Ricordando che "nessuno può risolvere da solo" la crisi dei migranti, Tusk ha illustrato durante la conferenza stampa finale i passi compiuti, l'adozione di una dichiarazione politica e di un piano di azione che elenca gli obiettivi da raggiungere. Affrontare le cause che sono alla radice del fenomeno delle migrazioni, promuovere la collaborazione sulle migrazioni legali e sulla mobilità, rafforzare la tutela delle persone costrette a lasciare la propria casa, prevenire e combattere il fenomeno del traffico di esseri umani, procedere al rientro delle persone non autorizzate. Oltre a ciò, ha spiegato, "è stata concordata una lunga lista di azioni molto concrete che dovranno essere attuate prima della fine del 2016". Per facilitare l'attuazione degli obiettivi individuati, è stata inoltre decisa l'istituzione di un Trust Fund, ha spiegato il presidente del Consiglio. "Con questo incontro Ue-Africa ha inizio una nuova fase di cooperazione. Una fase in cui siamo qualitativamente spinti ad avvicinarci e a condividere il senso di responsabilità", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, al termine del vertice ammettendo, però, che la strada è lunga e c'è ancora molto da fare. "Di cosa si tratta? - ha spiegato Merkel - Si tratta di combattere l'immigrazione illegale. Da una parte può essere fatto dalle stesse nazioni africane attraverso una migliore gestione, dall'altro attraverso migliori investimenti dalla società civile attraverso una crescita economica e una migliore prospettiva per i giovani. L'Unione europea ci sta aiutando in questo: attraverso la fiducia negli investimenti, ma anche attraverso misure bilaterali". Quelli a La Valletta "sono stati due giorni utili e costruttivi con i partner africani, sono state poste le basi per una cooperazione reale sull'immigrazione ma anche sull'accoglienza. Due giorni molto produttivi", ha affermato l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini lasciando La Valletta. Quanto al summit dei 28, seguito al vertice Ue-Africa, Mogherini si limita a dire che nella riunione si "è discusso anche della cooperazione. Da una parte con la Turchia, dall'altra con la Giordania e il Libano sulla gestione del flusso dei rifugiati provenienti da Est. Anche questo un incontro utile". Secondo il presidente della Bce, Mario Draghi, se la crisi dei profughi sarà "gestita nel modo appropriato e con investimenti", l'Unione europea e l'area euro "ne usciranno rafforzati". Un nuovo summit sui migranti Ue-Turchia si terrà il 29 novembre a Bruxelles: la proposta della Commissione sarebbe stata infatti accolta dal vertice de La Valletta .