Roma, 7 gen. (AdnKronos) - "Quella della Federazione Ciclistica Italiana è senz'altro un'iniziativa meritoria e lungimirante perché il problema degli incidenti e delle morti sulle due ruote è serio e in crescita rispetto ai dati del 2014". A commentare all'Adnkronos Urban Bike - la polizza assicurativa per i ciclisti lanciata sul mercato a metà novembre dalla Fci - è Umberto Guidoni, responsabile Auto di Ania e segretario generale della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale. "Per i ciclisti - continua Guidoni – le compagnie propongono l'estensione delle polizze di responsabilità civile del capofamiglia. Allo stato attuale non è possibile proporre una polizza di responsabilità civile specifica per le biciclette perché esse non sono identificabili. Proprio per questo - spiega ancora il segretario generale - sarebbe auspicabile l'adozione di una targa o la registrazione del numero di telaio della bicicletta". Il motivo? Secondo Guidoni "in Italia le piste ciclabili sono poche e non tutte protette e a volte si creano situazioni di rischio come il passaggio dei ciclisti sulla corsia preferenziale. Ma non solo. In un'indagine Ania di qualche tempo fa - continua - è emerso che anche i ciclisti non sempre rispettano il codice stradale e questo si traduce nel passare con i semafori rossi, viaggiare sul marciapiede o addirittura contromano. Molti, ad esempio, non sanno nemmeno che per il codice è obbligatorio l'uso del giubbotto catarifrangente nelle ore di oscurità. La presenza di una targa anche sulle biciclette responsabilizzerebbe maggiormente i ciclisti e anche gli automobilisti. Per questo Ania è favorevole alle targhe per le biciclette, mantenendo ferma la facoltà per il ciclista di assicurarsi o meno", conclude.