Rinnovo contratto metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm vogliono trattare
Sindacati, avanti negoziato non ci alzeremo - Landini, no pregiudiziali ma negoziato a tutto campo
Roma, 16 gen. (AdnKronos) - Trattativa ad un bivio tra sindacati e Federmeccanica sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Fim Fiom Uilm e industriali dovranno scegliere se e come mandare avanti un negoziato già al suo debutto tutto in salita e reso ora ancora più difficile da un quadro totalmente mutato. L'accordo tra Cgil, Cisl e Uil su un testo di riforma del modello contrattuale da portare al confronto con il mondo imprenditoriale, infatti, pone indirettamente dei paletti alla trattativa in corso che prima non c'erano, così come la sonora bocciatura da parte di Confindustria del documento unitario finisce per irrigidire ulteriormente la posizione di Federmeccanica sul salario minimo di garanzia ed il ruolo del contratto nazionale.
Il tutto considerando che questo potrebbe diventare davvero l'unico tavolo su cui le parti sociali potranno giocare la partita della riforma contrattuale viste le oggettive difficoltà, a cominciare dal semestre bianco del leader di viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi, all'avvio di un dialogo sul tema tra Cgil, Cisl Uil e Confindustria. Il nodo resta quello del ruolo del contratto nazionale. La proposta degli industriali di un salario minimo di garanzia che non eroghi di fatto aumenti ma allinei solo le retribuzioni al di sotto di questo minimo per concentrare gli incrementi in busta paga solo sulla contrattazione aziendale, infatti, è e resta ancora più incompatibile con le rivendicazioni sindacali, tanto più dopo l'accordo unitario.
Ma Fim, Fiom e Uilm non sembrano intenzionati a rompere un tavolo di confronto e una vertenza che coinvolge oltre 1 milione e mezzo di lavoratori. Lo dicono chiaro tutti Fiom compresa che per la prima volta torna, dopo anni, al tavolo del negoziato. "Non porremo pregiudiziali e non vogliamo che ne ponga neppure Federmeccanica. Ma sia un negoziato a tutto campo, salario compreso perchè noi non abbiamo paura delle parole. Gli industriali scelgano", dice il leader delle tute blu Cgil, Maurizo Landini.
E' per un percorso meno diretto, invece, la Uilm di Rocco Palombella. "Dobbiamo provarci", dice proponendo di "accantonare il nodo salario, dove nessuno vuole compiere un passo indietro per verificare se è possibile disegnare convergenze su tutti gli altri temi". A cominciare dal "sostanzioso" pacchetto di proposte di Federmeccanica sul welfare, "su cui dicono di avere grande disponibilità". Il contrario, conclude, significherebbe "rompere immediatamente il tavolo di trattativa".
Avanti tutta "ad ogni costo perché è già tardi" anche per la Fim di Marco Bentivogli. "E' il momento di lasciare i principi ed imboccare strade costruttive. Bisogna provare a partire dalla condivisione di alcuni obiettivi su cui trovare un terreno comune: e un patrimonio comune mi sembra la disponibilità a ragionare su schema nuovo tra contratto nazionale e quello aziendale. Si parta da qui ritirando qualsiasi pregiudiziale al tavolo di confronto che porterebbe solo ad una rottura", dice ancora ricordando come "la ricetta che prevede l'erogazione di salario solo al 5% dei lavoratori non è condivisibile".