Roma, prestiti a tassi del 200%, 3 arresti e un obbligo di dimora
Roma, 21 gen. (AdnKronos) - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari e all’obbligo di dimora nei confronti di quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura aggravata in concorso, tentata estorsione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso, minaccia aggravata.
Il provvedimento è scaturito da un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo avviata a seguito della denuncia presentata da un commerciante romano che, a causa dell’attuale crisi economica e dell’impossibilità di rivolgersi a una banca, era entrato in contatto con uno ''strozzino'' per ottenere un prestito di poche migliaia di euro. Quest’ultimo, ottenuto l’incasso del capitale prestato, ha preteso la restituzione di somme molto più alte, con un tasso di interesse intorno al 200%, con minacce di morte e lesioni fisiche in caso di mancata riscossione.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l'usuraio aveva rateizzato in tranches la restituzione del prestito. Le gravi difficoltà economiche e familiari avevano impedito al commerciante di pagare la rata mensile e il suo 'strozzino' era passato prima a minacce di morte e poi anche a schiaffi, calci, pugni. La vittima, ormai disperata e terrorizzata per l’incolumità sua e dei suoi cari, si è rivolta all’associazione antiracket Agisa che, dopo avergli fornito assistenza psicologica, lo ha accompagnato negli uffici dei carabinieri di Via in Selci convincendolo a sporgere denuncia.
Finito in carcere lo scorso anno proprio dopo essere stato sorpreso a picchiare la vittima durante una consegna di denaro, lo ''strozzino'' aveva dato preciso mandato a tre sui complici, uno di questi soprannominato ''Tyson'' di curare il 'giro d’affari'. Durante le perquisizioni è stato trovato il ''libro mastro'' della banda, su cui erano state annotate entrate e uscite di denaro: la mole di nomi e di prestiti emersa dall’analisi del documento ha fatto stimare i proventi mensili degli usurai intorno ai 300mila euro.
Le molte vittime identificate, sentite dai carabinieri, hanno confermato l’esistenza dell’angosciante rapporto usurario da tempo avviato con il loro aguzzino. Dalle indagini è emerso che l'uomo, anche se in carcere, ha continuato a gestire i suoi rapporti usurari avvalendosi, per la riscossione dei soldi, di due complici R.M. e T.P. e dell'appoggio di C.M., personaggio di spicco della criminalità romana. Le perquisizioni eseguite oggi hanno permesso di rinvenire e sequestrare, a carico di una delle persone coinvolte, altra documentazione in cui risultano annotati nominativi di vittime ed importi di denaro prestati a strozzo. Sono state trovate anche numerose polizze del banco pegni. “Nel giro di pochi giorni – commenta il generale Salvatore Luongo - è la seconda operazione anti usura portata a termine dai carabinieri del comando provinciale di Roma, a dimostrazione di quanto sia purtroppo diffuso il fenomeno, che nella sua patologia ha come unico rimedio il ricorso alla denuncia dei fatti, delle violenze e delle prevaricazioni subite, alla più vicina caserma dell’Arma dei Carabinieri”.